— 104 — capitano fra le mani e questi scombiccheramenti è come se non avessero alcun rapporto fra loro; ma se ti allontani, e guardi meglio, si riceve nel complesso una impressione meravigliosa : dinanzi a voi c’è uno splendido, indiscutibile quadro». Tolstoj vedeva giusto: gli apparenti frammenti, non restano delle isolate macchie di colore, ma sono uniti tra loro da un legame, impercettibile alla prima, legame che è costituito dal sotterraneo stato d’animo che deriva da una visione piena, totalitaria delle cose e della vita, per cui non solo ogni composizione, anche semplice nella sua vicenda e sfumata nei toni, ha in sé la sua salda unità, ma a sua volta ogni compozione forma, colle altre dell’autore, un tutto inscindibile, perché legata a un unico centro creatore. Così inteso il frammento cechoviano, come saldamente legato a una visione totalitaria, possiamo comprendere come l’autore possa creare delle cose potenti e profonde da piccoli brani di vita, da ciò che in apparenza è più sem. plice e povero, possiamo comprendere come un’impressione appena sfiorata possa animare, le situazioni e le figure più comuni e come una straordinaria ricchezza di casi e di sentimenti venga fuori dall’apparente povertà degli intrecci. Cèchov, infatti, non ama costruzioni com. plesse anche nei suoi lavori più vasti, che non sono poi molti. In genere predilige oltre alla semplicità una brevità estrema. Ma, così semplice e laconico, egli non cade mai nel meschino poiché anche nelle cose più fugaci e insignificanti, riflette la complessità di un vasto problema, la grandezza di un’anima e di una sofferenza in cui tutto si raccoglie e a cui tutto ritorna. Se Cèchov