— 71 — errore quelli che si sono fermati alla superfice del suo mondo, senza penetrarne lo spirilo. Nella sua opera, è vero, noi vediamo la vita di tutti i giorni, ma bisogna sentire come l’artista, dalle cose più comuni, alla luce della sua nascosta passione, della sua sofferenza, abbia fatto tacitamente brillare una profonda essenza lirica, creando quel tono, quell’atmosfera per cui la semplice vita quotidiana si trasfigura insensibilmente ai nostri occhi, con un crescendo interiore, tanto più forte, quanto più contenuto, che si raccoglie e si potenzia in un silenzioso accordo finale, come nel « riposeremo » di zio Và-nja. Sembra così all’improwiso che tutto il dramma si sia disperso, polverizzato, ma esso vibra nel nostro cuore e tutt’intorno a noi; e noe con quell’esteriore incanto musicale che fa pago l’esteta, ma con quell’armonia più profonda che è raccolto pudore di sofferenza e di parole, con quell’armonia che fa vibrare i grandi silenzi dell’anima.