— 87 - personaggio come un carattere staccato dagli altri e mettere invece in rilievo quel filo sottile ma tenace che lega le varie figure in un’unica vibrazione; un filo simile a quello che certi ragni industriosi tendono al sole tra due cime, tra due vette. E d’altra parte, se non si sente nelle sue sfumature e gradazioni questo sottile legame, c’è da rendere le figure cechoviane (così vicine in apparenza alla comune realtà) con un tono grigio, uniforme, angustamente realistico. Per rappresentare le creature cechoviane bisogna quindi raccogliersi in una interiore semplicità e umiltà di parole e di gesti. Già il Piccolo teatro di Mosca aveva dato un colpo definitivo a quella recitazione enfatica e solenne della così detta scuola francese, trionfante a Pietroburgo e si era orientato verso un sano naturalismo; ma per rappresentare il teatro di Cèchov occorreva qualche cosa di più. Questo scopo fu raggiunto dal Teatro artistico di Mosca (1) die (costituito con tale nome, dopo una fase di preparazione, il 14 ottobre 1908) sotto la direzione dello Stanislàvskij e dello scrittore Vladimir Ivànovic Nje-mìrovic-Dàncenko, si orientò verso quel modo di recitazione che fu definito un « naturalismo spiritualizzato » e che mirava a rendere quella particolare fusione dell’atmosfera spirituale che, se è importante anche per altri autori, in Cèchov ha un valore essenziale. Alla perfetta fusione e disciplina degli artisti si aggiungeva, nel « Teatro artistico » il meraviglioso complemento della parola, (1) V. anche: E. Lo Gatto: Saggi sulla cultura russa - R. Ricciardi, 1923 e A. Lutiier: Op. cit. I