— 66 — angosciato che potrebbe sembrare quasi femmineo, nel senso meno elevato, a chi non sentisse come il silenzio e il pudore che circondano questo amore, siano il risultato di una virile e sofferta concentrazione, che rende pacate le parole e ferma le lacrime sul ciglio. 23 — LA RACCOLTA PASSIONALITÀ E LA SEMPLICITÀ DI CÈCHOV Questa raccolta passionalità è la forza animatrice di un mondo così grigio e freddo e uguale in apparenza, di un mondo i cui eroi non sanno gridare, non sanno rendersi interessanti e complicati, paghi di presentarsi nella loro più povera e semplice umanità. Le vicende così comuni dei personaggi, la semplicità delle loro emozioni (nonostante il complesso travaglio interiore) la mancanza di descrizioni colorite, l’assenza di intrecci più o meno complicati o il loro lineare sviluppo, tutto questo potrebbe far sembrare povera l’arte di Cèchov. Se egli dovrà presentarvi lo sconosciuto della Steppa che nella fredda notte si avvicina al fuoco per riscaldarsi, dirà che tutti, al primo sguardo, videro in lui « non il viso, non il vestito, ma il sorriso » ; se dovrà descrivervi la sensazione di utna tiepida sera di festa dirà che « nella placida quiete dell’aria v’era odore di festa e di primavera»; e, come epilogo al dolore di zio Vànja non saprà trovare altre parole che queste: a Riposeremo, riposeremo». Così tutto in lui: ma intanto quel sorriso dello sconosciuto, l’unica cosa visibile in lui, illumina non solo una figura, ma un’anima: e il « riposeremo, ri-