— 100 — relie è potentemente concentrata la visione caratteristica dello scrittore, ma questa visione, più che nelle Tre sorelle, appare sobriamente innestata in una vicenda che, nella sua semplicità, progredisce per toni interiori, salda e serrata, senza troppi abbandoni descrittivi. Eccettuate alcune disgressioni, tra cui soprattutto quelle di Àstrov sul progresso umano, la coltura dei boschi ecc., in questo dramma tutto è azione, tutto si coordina intorno a un serrato conflitto interiore, per cui le situazioni che ne risultano, pur nella loro elementare povertà, sono eminentemente teatrali, nel senso migliore della parola. Ora che abbiamo illustrato il positivo valore di Cèchov come drammaturgo, possiamo anche aggiungere che, tolti Zio Vànja e le Tre sorelle le novelle del Nostro sono in genere superiori ai suoi drammi, nei quali, se talora egli crea un più significativo peso dell’atmosfera, spesso anche diluisce, nelle molte disgressioni, la concentrazione sentimentale e spezza l’unità costruttiva dell’insieme. Queste disgressioni non sono altro che soliloqui, brani fuori dell’azione, avanzi di elementi descrittivi, che ricordano il grande novelliere, ma che pesano al drammaturgo.