200 LA CELESTIA CVLTO DIVINO ET ACCRESCER LA DEVO-TION DE FEDELI, INNOCENTIA VALARES-SO ABBADESSA E RAFFAELA SALAMOI? PRIORA DEL MONASTERIO COL CONSENSO DELL’ ALTRE MONACHE HAN FATTO ERIGERE IN QVESTA DEGNA E PIV AVGV-STA FORMA L AN. MDCVI. Dal Martinioni, dal Cornaro, e dal Zuccliini abbiamo questa memoria cbe stava sopra il fi-nestrone del capitolo. Cristoforo Fi notti veneziano, pubblico professore, cherico regolare Somasco scrisse e stampò: In funere Innocentiue Vataressae sanctae Mariac in Coelestibus obbatissae. Oratio.lj.. e trovasi anche inserita a p. 120 del suo libro: Orationes Christophori lunotti Veneti Sena tus decr. publici professoris. Vcrietiis npud Pe-tru/n de Farris 1619. 8. Il Finotti ha anche un distico ed un anagramma latino in morte di questa abbadessa, e stanno a p. 76 del libro: Parnassi Vicine Christophori Finotti Veneti. Veneliis npud Petrum de Farris 1647. 8. Tanto la V aurf.sso che la Salamoi erano di patri zia famiglia, registrandosi ambedue nelle genealogie del Cappellari, benché non ponga il nome del padre loro. 3 DEO B. MARIAE IN CAELIS | ASSVMPTAE | SANCTISQ. BENEDICTO ET BERNARDO | ABBATIBVS | FRANCISCVS VENDRAMEMVS I PATRIARCHA VENETIARVM | DALMA-TIAEQ. PRIMAS I LEONARDO DONATO PRINCIPE 1 CONSECRAVIT I INNOCENTIA VALLARESSIA ABBATISSA | PRVDENTIAQ. 1VSTINIANA SACRISTA | CVRANTIBVS I VI. KAL. MAH MDCXI. Dai suddetti scrittori. Si leggeva sopra la porta della Sagrestia. Di Francesco^ Vendramin patriarca ho detto nelle inscrizioni di s. Maria de’ Servi, e ne dirò anche in quelle di s. Pietro di Castello. Di Leonardo Donato doge avrò a dire più cose in quelle di san Georgio Maggiore. Della Valaresso vedi il num. 2. LAVRENTII CELSI | PRINCIPIS | MARCIQ. PATRIS D. MARCI | PROCVRATORIS ] OSSA. rVNERA DVX VEKETVM LAVRENT1YS VLTIMA CII.SI HOC HABET IN 8AX0, TITVL1S CLARISSIMVS ALUS, MAGNANIMVS, PATRIAEQVr. PATER, IV8T1S81HVS Il EROS. HIC MODERANS AMM1S VIGII.AKT1BVS VRIUS' HAEINAS, H0ST1BVS VT FVLMIN, VT AMENYM Sì II VS AMICIS, SVB IVGA MOX CRETAM RtVOCAVII PRISCA REBELLEM. THANQVILLA TANDEM PATRIA SVB PACE RFLICTA, AD COELVM AETERNO CELEBRANDVS NOMINE MIC RAT. VIXIT ANNOS XLIV. IN PRINCIPATV IV, 0B11T ANNO MCCCLXV. Lorenzo Celsi era figliuolo di Marco procuratore q- Giovanni, ed aveva a moglie Mar-chesina f. di Girolamo Gliisi ( Geneal. patrizie). Trovavasi fin dal 1064 podestà e capitarmi della città di Trevigi ( Bonifacio p. 692). TNel io gennaio del i555 fu mandato capitano del Pasnadego ( Pasinatico, ovvero l’aisanati-co ), cavalleria cosi denominata in Dalmazia, e dimorava in Scardona, che era stata allora ricuperata da Bernardo Giustinian procuratore e capitano d’armata . (Sanuto li. I. 1'. XXII. 6/jo Lucio. Memorie p. 248. 264). Fragliam-basciatori, che i Veneziani mandarono nel i5.i8 a Carlo IV per ottenere la investitura di Trevigi e territorio fu Lorenzo Celsi ; ma non avendo potuto ottenerla , anzi avendo udito che gli altri due ambasciatori, cioè Marco Cornaro, e Giovanni Gradenigo, nel loro ritorno erano stati ritenuti , e tolta la roba , ritornossi in patria per la via di mare. ( Sanuto 643 ) . Poco però in Venezia fermossi perchè ebbe lo incarico di capitano in golfo delle galee alla guardia dell’ Adriatico. In questo mezzo , venuto a morte Giovanni Delfino doge, fu chiamato nel 12 luglio 1561 il gran consiglio , ed estratti li 41 pév la elezione del nuovo. Erano incerti i padri sulla scelta della persona atta a cotanto ufficio, sebbene forti concorrenti fossero Pietro Gradenigo figliuolo del doge Barto-loinmeo, Leonardo Dandolo , e Marco Cornaro suddetto, benché prigioniero , e fossevi in nomina anche Andrea Contarini procuratore ; quando nella corte del palazzo si sparse nuova che Lorenzo Celsi capitano in Golfo aveva presi alcuni corsali de’Genovesi. Altro non si richiese, perchè cessate le dubbiezze , venne incontanente creato doge il Celsi assente , e ciò