LA CELESTIA ~ aai tare che ciò sia una finzione, e che il Ga- ctissimumq. virum llieronyn vm Dcnatum briello punto nè poco in quel dialogo sia en- mox Allertimi Pium Carporum principem settato, cosi non vi do alcun peso. 11 sospetto cutus ùtae reliquum tempus illius auspiciis poi nasce dallo avere il Sansovino voltata transegit. Accidit isti aliquot post annos via-nel detto Dialogo una lettera , allora ma- niae species quaedam Timonica ut humanum nuscritta, di Bernardino Toniitano a inesser genus cmne devitaret nulliusq. ccntulernium Francesco Longo del clarissimo messer supra biduum sue triduum sustinere posset, Antonio, di Padova adì XXX agosto JY1DL; quin elioni studiosissime colloquia ipsa decli-approfittando così in gran parte delle fatiche nabat, quae etfamiliares et adolescentes ab altrui, senza nominare il vero autore. La co- eo summopere expetelant. Ad ejus enim dosa fu scoperta dal chiariss. ab. Morelli che ctrinom uti sitientes od fontem accedebant ut ne parla a pag. 122. 120 delli Codici I\ania- optivi a s et ad percipiendas litteras, et ad reni mss. Venezia 1776- t\. E questa Lettera cte vivendum rationes esc ipsius haurirent ser-fu poi pubblicata nel Tomo XVII della Hòc- monibus, tanta iis inerat suavilas cum singu-colta Ferrarese di opuscoli. Vinegia 178.5. lari gravitate conjuncta. Rejerunt ncnnulli poli- premessavi una dedicazione di Giannan- tius solitudinis et quietis amore privatavi eietonto Coleti a Giulio Tomitano da Oderzo, gisse vitem, ab cmtii cura, et ambinone alienerà quale cerca di ribattere la taccia di nem, quam alia de causa, henestumque otium plagiario data dall’ab. Morelli al Sansovino. Jiumanissima in ncbiles aliquot adolescentes Vedi anche l'edizione dell’opere del Mo- Uleralitate traduxisse, ut ex admirabili expo-relli, data in luce da Bartolommeo Gamba siticne in llcratii poeticam liquido apparet, ( Voi. III. p. 53a ). quam lason de Nores discipulus edidit alq. in Prima di dare la serie degli scrittori da me Cic. oraticnes. Altro io qui non osservo se non veduti ed esaminati per tessere questo articolo, che m’ è nuovo udire che Trifone fosse Dal-noto che Pietro Angelo Spera da Pcmarico mata ; che passasse la sua vita sotto gli auspicii nel suo libro stampato a Napoli nel 1641. 4* di Alberto Pio principe di Carpi, e che siasi da De nobilitate professorum grammaticae et hu- lalun sospettalo che un effetto di mania detto manitatis utriusque linguae: a pag- 460. 4^4 Timcnica da Timone Ateniese abbialo portato del Libro IV. scrive: Tryphon Gabrielius a fuggire il genere umano e starsene solo sen-Dalmata vir fuit cui aetas isla paucissimcs za veder alcuno e due e tre giorni ; impercioc-haberet quos latinorum graecarumq. Iitera- che le genealogie patrizie Veneto e nato in rum notìtiam posset conferre. Fuit insuper Venezia il dicono ; passò la sua vita in Venezia philosophiae studiis addictissimus et in versu e nel deminio non soggetto a principe este-jadendo elegans,aculus, ingeniosus ac tersus. ro; (1) l’aver abbandonato i pubblici ufficii Venetiis educatus est apud clorissimum do- fu effetto solo del .suo genio per lo studio, e (1) Il Tiraboschiove parla di Alberto Pio (Letter. hai. T. Vii. Parte 11. p. 098. 599. ediz. Ven. 1824) dice che jra gli eruditi i quali Alberto tenevasi in casa c a maestri, 0 a compagni era Trifone da Costantinopoli. Similmente nella Biblioteca Modenese ( T. IV. p. 166 ) dice che Alberto aveva amicizia, dopo Aldo Manuzio, con Trifone Bizantino e Marco Musu* no; il primo de’quali non è conosciuto altronde, e del secondo si è parlato nella Letteratura. E prima del Tiraboschi ciò ricordava Genesio Sepulveda nell'Antapologia prò Alberto Pio principe Carrariensi in Erasmum Roteiodamum (p. %6. Opera Omnia Cd. Agripp. 1602. fol. ) ove a pag. 602 scrive che erano compagni di Alberto Aldus Manutius, Tryphon Bizan-tius, Marcus Musurus viri utriusque linguae cognitione praestantes. Vedesi dunque che lo Spera due personaggi confondendo cioè Trifon Gabriele, e Trifon Dalmata ne fece un so- lo. Ma qui mi cade in acconcio di rettificare le idee di questi Scrittori; « di far osservare che Trifone malamente detto Bizantino o da Costantinopoli, altri non è che Trifone della famiglia Bisanti 0 tie'Bisanzii antichissima e cospicua Dalfriatina da Cattaro; il perchè chia-rnavasi comunemente Trifon Dalmata. Egli dottore in legge, in filosofa, e teologia eccellente professò pubbliche lettere greche e latine negli Studi di Bologna e di Perugia, della qual cosa fa fede Girolamo Bigarella appo il padre Francesco Maria Appendivi (Memorie degli illustri di Cattaro. Ragusa 1811. 8. pag. li. 12.) il quale. Appendivi poiconghiettura