SANTA MARIA MAGGIORE post diebus nempe i5o8 11 septembris Anto-nium a Puteo suprascrìptum, quem ducluni Metharnaucenses elegerant et Dominium ap-probaverat canonice de archipresbyteratu et archidiaconatu instituit Bullis hac die desuper e-xpeditis ( Act. I. Vener. fol 88. t. ) . Da un estratto poi di un antico Codice Malamo-chese scritto per la maggior parte di propria mano dall’ arciprete ed arcidiacono Antonio dal Pozzo sopraddetto, e che l’Olivotti aggiunse a corredo della sua serie, raccogliesi che Gianfrancesco Superchio eletto nel 27 ottobre 1 f»o5 dimorava in Venezia; che Aurelio di lui fratello amministrò qualche tempo per lui le rendite dell’arcipretato ; che nel i5o6 a5 settembre non potendo risiedervi sostituì in sua vece Marco Negri da Venezia, il quale venne autorizzato dal vescovo (ciò che rilevasi eziandio dal Voi. I. Atti di mons. Antonio Venier fol. 34); e tonalmente che nel 3i agosto i5o8 il Soperchi e qualunque altro pretendente, come si è detto, venne dal Vescovo giuridicamente privato dell’arcipretato per difetto di residenza. Anche dall’ Epistola familiare latina del Bembo diretta da Venezia terlio Kal. sept. i5o5. Petro Flaminio ad Fossain Clodiam, si rileva che il Filomuso stava allora a Venezia' ( epist. p. i52. i55. ediz. i58a ). Quando poi il nostro Francisco Filomuso cessasse di vivere l’epoca non è ben certa. Indubitato si è, che nel i553 trovavasi in Venezia, come si rileva da Istrumento che originale conservasi dalla Pesarese patrizia famiglia Bel-luzzi. In esso dicesi : Rds~ dns Ioannes Fran-ciscus Philomusus de Superchiis praepositus Pisaurensis nunc moram traliens Veneliis in domo Valerli sui fra tris : Actum V eneliis 27 mensis nov. 1553. in domo dni Valerii Super• chii Phisici Pisauren. nunc abitatoris V e ne -tiarurn iux. Canale regiutn in confinio sancii Weremiae. Tale nuda indicazione trovasi nelle schede Oliveriane senza nominarsi il notajo. Dall’ altra parte nel ruolo de’ Proposti della Cattedrale di Pesaro compilati dal Preposto Gianfrancesco Almerici (arch. Capital. ) trovasi insignito il Filomuso di quella dignità lino all’anno 1534? nell’anno susseguente vi si vede quell' Innocenzio Sinibaldi suo parente già di sopra nominato (1). Egli viveva ancora del 1 535, giacché Valerio suo fratello nel Codicillo 3o agosto 1555 sopra ricordato dice •’ Jtem perchè mes. Zuanfrancesco Philomuso (1) Non Jìa discaro qualche cenno anche su questo dotto parente de' Superchii, dietro a quanto me ne fa sapere V erudito Procacci. Innocenzio Sinibaldi da Pesaro/« uomo dotto e di credito grande appo i suoi concittadini, che si valsero dell' opera sua presso Leone X nel i5i6 insieme col Filomuso, il quale fina dall' anno antecedente trovavasi a Roma. Ebbero l'onore di essere ringraziati in pubblico Consiglio (Arch. Comune). Godeva il Sinibaldi la grazia di Leone X,di cui era commensale, e fu ai servìgi di Giuliano de' Medici, come si raccoglie da Bolla di detto Pontefice, che riferiremo più. abbasso. Fu anche presso Monsig. di Salerno, ed amico del Bembo (Bembo Opere T. III. p. 2S7 e seg. ediz. Ven. Hertz). Era preposto della Cattedrale di Pesaro, nella qual dignità succedette al Filomuso nel i534. e rinunciò sette anni dopo in favore di Girolamo Superchi. E questi è quel Sinibaldi che il cardinale di Bibiena beneficò di 60. ducati di beneficii, come si ricava da una Lettera del Cardinale a M. Giulio Sadoleto del 1517 (Turchi. Leu. facete lib. 1. p. 159. Ven. 1082 ) . Morì in patria nel 1564 età d’anni 82, come si legge nella sua lapide sepolcrale nella cappella di s. Agata ( Arch. Capitul.) “ Che il Sinibaldi non solo fosse amico, ma congiunto in stretta parentela colli Superchi non è da dubitare, anzi negli atti frequentemente il si vede nominato promiscuamente ora con quello dei Sinibaldi, ora con quello dei Super-chi. Ciò consta fino da una Bolla di Leone X. nella rinuncia che fece il Bembo a favored’Innocenzio della Commenda di Pola nel 1515. per liberarli resignationem dilecti filii Petri Bembi .... et sicut accepimus, dilectus filius Innocentius Superchius alias de Sinibaldis clericus Pisauren. ob meliorem vitae frugem cupiat . . . nos eundem Innocentino! qui etiam continuus commensalis noster, et ut asserit, dilecti filii nostri nobilis viri luliani de Medicis secundum cameni fratris nostri germani carnerarius existit. . . . gli conferisce il Beneficio ec. ( estratto di Bolla di Leone X. presso il conte Fabrizio Omodei nella Ohveriana ). Questa Commenda di Pola e di Aquileja passò poi nelle mani di Agostino Beaziano per rinunzia dello stesso Sinibaldi ( vedi Bembo Lett. fam. T. Uh