S. SEVERO vanni Landò in Senato al momento del suo ritorno da Roma ov’era stato presso Innocenzo XI ed Alessandro Vili ambasciatore, e potrà da esso il leggitore giudicare qual peso darsi potesse all’accusa. La rela/ion trovasi in più nostre librerie, e presso il consigliere Giovanni Rossi. Mori in Roma al primo di febbrajo 1691, some leggesi anche in questa epigrafe, e fu nella Vaticana Basilica sepolto con epitaffio e statua di bronzo erettagli da Pietro cardinale suo pronipote. Affrettò la sua morte, dicesi, il dolore di un fallimento colà avvenuto, secondo che narra ¡Nicolò Erizzo nella sua inedita relazio-nedella corte di Roma del 1702, letta nel ritorno dall’ ambasciata,e che è comune nelle nostre librerie (i). Aveva egli fatto il suo testamento fino dal 6 marzo 1690, e lasciato a suo nipote Marco Ottobon f. di Agostino suo fratello il ducato di Fiano sotto stretto fideicommisso; testamento che vidi a stampa impresso in occasione di una lite fra’ successori suoi nel 172.5. Ila luogo questo Pontefice fra gli scrittori Veneziani, e per ledette Decisioni della Ruota, e per alcune altre cose notate dal Gaspari nella Biblioteca mss, cioè una tragedia molto stimata intitolata 1’ Adone, e varie epistole ed orazioni, ed un Trattato della composizione de’ debiti della Dataria. Questo Trattato, e let tere, sono anche indicati dall’Oldoino: Dum adoieseens esset scripsit Traclatum de com-ponendis datanae debitis nondum irnpressum. llujus litteras vernácula lingua Micfiaeli ab-bali lustiniano scrìptas typis Romanis rvulgata s inventes in tertia parte memorabìlium Ut-terarum ejusdem abatís Justiniani; e aggiugne Floretdoctrina, probitate vitae, rerumquepubli-carum praxi, hocpraesenti anno septuagésimo sexto volventis seculi decimi septiini a Citrini nativitate . Era ben agevole che e per esser Pontefice, e per esser dotto e benemeritissimo della sede, avesse in suo onore e statue, e inscrizioni, e medaglie, e dedicazioni di libri. Alle inscrizioni e al busto che il capitolo cattedrale di Brescia e il cleio di quella città gli eressero, io aggiungerò quella che sotto la statua di lui leggesi nel coro del Duomo di Trevigi ove fu canonico. ALEXANDRO OCTAVO I ron TIFICI SEMPER MAXIMO | OLIM | CONCA NON ICO | TARVISINVM CA-PITVLVM | EMERITAM VIRTVTIS GLORIAM | MAR-MORATIS LAVDIBVS ÜICAVIT \ ANNO SAL. mdc. lxxxix iviB. DEC. Statua gli venne eretta anche nel Prato della valle di Padova, scolpita da Giovanni Ferrari, e fatta eseguire dalla dama Serbelloni nata duchessa Ottoboni. Medaglie numero XXII trovansi descritte nel Gra- n di controversie, d'irresoluto e tenace, di distruttore delle diocesi e beni ecclesiastici, per- vi chè stava rnolt'anni senza provvederli, perchè aveva calati i monti senza sollevare lo stato 11 colf avanzo risultatone, per aver tenuta ferma V estorsione che chiamano dell' A nona, per n esser stato indulgente a' Quietisti, e tant' altre cose così che non vi era persona che non » reclamasse contro di lui, e pareva allora al volgo indiscreto che non fossero virtù quali n allora si giudicassero più. necessarie, perchè pareva mancassero. Ma veduto poi, che asti sunto Alessandro VIII, benché tutto umanità facile all' udienze, compassionevole , pie-•» ghevole, rispettoso a'Principi, nemico