a¿8 S. APOLLINARE medaglie non si azzardò di aggiungere illustrazioni, nel che fece buon senno, giacché per quanto si viene a rilevare dalle lettere di Ap. Zeno, che in tali faccende poteva essere competente giudice, egli era uomo che uvea molte cose in testa, ma confusamente, alcune particolari di lui, ed altre suggerite dagli amici e da libri, e più. delle approvate premevangli quelle che avevan del singolare (Lett. 969). Anzi sembra, che non meno dell’ intelletto avesse alquanto intralciato il discorso, mentre 10 stesso Zeno scrivendo all’Olivieri di Pesaro, ebbe a dirgli: quanti egli ( l’ab. Arrigoni ) sarti qui di ritorno gli parlerò intorno all' intaglio de'suoi Pesi.... Credo che quel Signore abbia fatto molte buone osservazioni sopra i medesimi. Ma non so se sia suo difetto in non saper ben esporre i suoi sentimenti, o mia poca capacità in non poter bene intenderli, ma certo è che i suoi, benché lunghi ragionamenti, mi lasciano sempre nella mia prima ignoranza (Lett. mss.). Quest’antiquario continuava a vivere nel 1765, come sappiam dal Mazzu-chelli ( Voi. 1. P. 1J. p. 1155-54- Senti, hai.) ma essendo allora d’anni 85 è a credersi che poco più innanzi passasse . L’ amicizia eh’ egli ebbe co; migliori eruditi de’tempi suoi, e la preziosità del suo Museo gli diedero quella fama ch’egli non seppe o non volle meritarsi pubblicando un qualche parto del suo sapere. 11 titolo del libro da lui dato a luce è questo: Numismata quaedam cujuscumque formae et metalli Musei Honorii Arrigoni Veneti ad usum juventutis rei nummariae studiosae. Tarvisii sumptibus authoris, apud Eusebium Bergamum 174** fol. Tomus secundus ibid. »744 con tavole CXVII. Tomus tertius ibid. 1745 con tavole CXXV. «. L’articolo or ora da me stesso ho tratto dai manuscritti del chiarissimo Francesco Negri. Continuando dico che 1’ Arrigoni morì a’ 19 marzo 1758 più che nonagenario, come abbiamo nelle memorie del Valvasense, T. XI. p. 09Ì; che una parte del suo Museo era slata da esso vivente donata a' padri della Congregazione di Somasca di Venezia ; era però la parte meno apprezzabile delle medaglie; e che il Museo poi intero andò ad accrescere quello del senatore Antonio Savorgnano; e questo poscia del tutto disperso, le medaglie d’oro furono acquistate dal nob. uomo Iacopo Gradenigo di santa Giustina, che poi le ha cedute al prussiano Barone de Schellersheim, e le altre in altre mani diverse passarono. (Vedi Moschini Lett. Venez. T. II. pag. 85. 86). Aggiunge il chiarissimo Giulio Bernardino Tornitane in un suo Zibaldone mss. diretto al Negri, che alquante lettere originali dell’ ab. Arrigoni esistono nella Sammicheliana di Murano nel commercio Epistolare del canonico Giandomenico Bertoli. Chi sa ove andaron a finire ! Appresso li signori conti Giuseppe e Lodovico fratelli Rota di san Vito possessori di parecchie opere mss. del canonico Bertoli, fralle quali son due volumi inediti in continuazione delle Antichità Aquilejesi già dal Bertoli pubblicate in un volume nel «759. conservasi anche in originale 1’ epistolario dello stesso autore diviso in più di 5o volumi di lettere e di lui e d’ altri a lui scritte. Ma dell’ Arrigoni al Bertoli non ce ne sono che tre, con le quali ricerca alcune monete patriarcali aquilejesi ; e due ne sono del Bertoli all’Arrigoni in risposta; e 1’ une e l’altre non interessanti, come mi assecura la gentilezza delli signori conti Rota già miei colleglli nel Ginnasio de’Barnabiti di Udine. Due altri dello stesso cognome noterò qui, sebbene non Veneziani, de’quali veggo menzione anche nel Mazzuchelli. Pietro Arigone gentiluomo friulano di cui poesie stanno in un codice di Rime di diversi autori (per lo più friulani'l mss. del secolo XVI in fine o del principio del XVII. Questo codice era posseduto da Giambatista Gorgo in laude di cui è compilato, ed oggi sta nella Marciana. L’altro è Francesco Arrigoni bresciano, del quale fece pur parola il Mazzuchelli, ma brievemente, e non vide poi il seguente di lui opuscolo che qui volentieri noto, essendo spettante a cose Veneziane. -Ha per titolo: Francisci Arigonei equitis Brixiani poema de universa Venetorum excellentia, mss. cartaceo di pagine 465 in 8.° , sta nella Marciana. E scritto a’ tempi dell’ autore, cioè verso la fine del secolo XV, o al principio del XVI. La dedicazione al principe e a’padri Veneti comincia: Alios ho-nor ac fama movei ad scribendum... Si raccoglie da questa essere egli stato per oltra 20 anni cogli ambasciatori Veneziani appo i re di Aragona, i quali ambasciatori egli instruiva delle cose di quel regno: avere composto più cose in verso e in prosa e non solo in Italia, ma anche in Ungheria: essere stato decorato dell’ ordine cavalleresco da Mattia re, alla cui presenza, e della regina, e de’ fratelli Carlo e Francesco tenne orazion panegirica: essere venuto con quel re a Napoli, dove per li tumulti