SANT ELENA del Giustiniano nella lettera al cardinal di Armagnac ( p. 8. 9. 11.) in cui dice: per-fectis Terentii fabulis sum sex libros posteriores Aeneidos Virgilianae auspicatus (quando priores adiversis authoribus singu-los confectos esse constabat; edidique in Lu-cem librum ontavurn). L’Argellati nei Volgarizzatori (IV. 144) d'ce c^e nel Giornale dei Letterati d’Italia ( T. XI. ) s’indicano tradotti da lui anche li sei primi libri delLEnei-<¿e;mail Giornale veramente in quel Tomo a p. 278 non ¡specifica se primi, o se ultimi, dicendo solo altri cinque libri. E però osservabile ciò che dice lo Zeno nelle Annotazioni : Questo buon greco dice in una sua Lettera latina a Paolo Manuzio di aver tradotti in versi sciolti anche gli altri ultimi cinque libri di Virgilio, cominciando dal settimo : ma egli di aver composte altre opare non mai comparse era solito darsi vanto. 116. Le altre IV Commedie di Terenzio tradotte in verso sdrucciolo. L’ autore in una. delle Lettere al cardinal d’ Armagnac in data di Padova 10. cal. nov. i54-X ( p. 11.) dice che gli manderà quatuor Terentii comoediae quae nonduni publicum sunt sortitae. Esse dunque sor» le quattro ultime, giacché le due prime erano già stampate. Veggansi i numeri T. 2. 5. delle Opere qui sopra indicate. 1,7. Giovanni Lodovico Vives, della Verità della Fede Cristiana, tradotto dal latino. Il Giustiniano nella detta epistola al cardinal d Armagnac ( p 9. ) scrive che era intento a. questa traduzione del Libro De ventate fidai christianae di Lodovico Vives suo amico fin dacché era, in Ispiagna; e che aspettaya di compirlo ^ ( est enirn. bona iam ac magna ex parte mihi defornuitum ) per dedicarlo alla Regina Margarita Valesia ( Reginae i'antahriae ). Scrivendo poi a Giovanni co: Haye ac sacri romani imperii procuratori, nel i555da.Padova, dice che ha già compiuta questa traduzione; dà un. ragguaglio del metodo tenuto nel farla, e vuole intitolarla ad esso conte Ilaye. 1$. I dodeci Cesari diSvetonio Tranquillo tradotti dal Giustiniano. Anche di questi 1’ autore fa ricordanza nella detta lettera ( p. 9), dicendo di averne già compiuta la traduzione, e di volerla intitolare a Francesco I. Parla molto sulle difficoltà incontrate nella ver; sione, e si riserva di dirne molte cose nella epistola che sarà per premettervi. 19. Lettere italiane diverse. Son ricordate dal- lo Zeno nelle memorie suddette, e si può ragionevolmente credere che ne abbia in italianoscritte in più numero assai di quelle che abbiam veduto impresse. 20. Declamano ex persona Nestoris ad Achil-lem placandum„ Era pronta per la stampa, e doveva il Giustiniani spedirla all’ Oporino, come si raccoglie dalla lettera premessa al-FOpere latine; ma avvi poi una poscritti nella quale dice, occurrit nescio quid novae cogitationis, per cui non può più mandargli la Declamazione. Questa poi certamente dev’essere stata in lingua latina ; e perciò tanto nelle Annotazioni al Fontanini, quanto nella Biografia Universale che si stampa a Parigi e a Venezia, malamente la s’ indica come italiana ; Declamazione di Nestore ad Achille sdegnato. ni.Apologia in epistolam adLazarum Bonami-curri. Anche questa era pronta per la stampa, e il Giustiniani nella lettera all’ Oporino aveva promesso d’inviargliela, quando dalla poscritta si vede che pensò diversamente, e che gliela manderà un’ altra volta. 22. Commento sopra le Canzoni del Petrarca in lingua spagnola. Questo Commento è lodato da Marco Mantova nell’ epistola premessa alla R.isposta di Carmide ( vedi numero 6. ). Che il Giustiniano abbia lasciate scritte delle Opere anche in lingua spagnola, lo attesta il Contarini nell’ epistola suasoria ( p. i5j. i58. ). 20. Alcune Commedie italiane consistenti in dodecimila versi sdruccioli, le quali Fautore desiderava che fossero impresse dal Marcolini. Così lo Zeno nelle Annotazioni che ne trasse la notizia dalla lettera-del Giustiniano all’Aretino da Montagnana del i*>4°. Con questa gli manda una sua Commedia col mezzo di Iacopo C'istantino nipote di esso Giustiniano. Prega 1’ Aretino ad esaminarla, potendo giudicar da questa quali sien le altre Commedie che serba. Vorrebbe stamparle tutte in bellissima forma di quarto presso il tipografo Marcolini, e dice che F Opera sarà da dodicimila versi. Quindi nel Giornale dei Letterati ( T> XI. 278 ) si disse malamente una Commedia lunga dodicimila, versi. Sarebbe stata molto lunga in vero ! 24- Una traduzione di Orazio. È rammentata dallo stesso Giustiniano nella dedicazione del libro vili, dell’ Eneide ( vedi il nuiu. 1. ). Se poi sia in parte, o in tutto, non si .sa. a5.11 Doni nel libro n. delle sue Lettere fa.>