5o8 tale memoria veduta dal Pallavicino. Ora i pezzi che questo Cardinale riporta , cavati dalle lettere suddette del 16 marzo 1610; 8 giugno j6io (detto nella Storia 10 aprile 1611) e 2 dicembre pur 1610, corrispondono a puntino con que’ pezzi che nel Codice Tiepolo stanno a p. u8 tergo, 12«, e i5g; notar dovendosi che il seguente pezzo della lettera 16 marzo 1610 ove parla del Giustiniani nuovo ambasciatore in Francia, Egli procurerà haver conversazione con Casaubono e con il signor Castrino , è ripetuto nella lettera fralle stampate nella Storia Arcana di F. Paolo (Venezia i8o3) num. cxx a pag. 470) ma con una parola aggiunta che non è nell’ esemplare citato dal Pallavicino, nè nel Codice Tiepolo, dicendosi : Egli procurerà di haver conversazione con Protestanti con Causobono e con il signor ** ( s’intende Castrino, che nel Codice Tiepolo s’ indica colle sigle S. C. ). Ma non è cosi facile sciogliere il dubbio se queste lettere siano veramente da Fra Paolo scritte, oppur da qualcun altro che abbia voluto far comparire Fra Paolo poco meno che eretico. E il dubbio cresce se si osservi che nelle lettere dirette a quello cui si dà il titolo di Eccellenza si parla di Fra Paolo sempre in terza persona, e che in terza persona se ne parla talvolta in quelle dirette a Vostra Signoria. Imperciocché voglio bene che qualche istante si usi di farlo anche in terza persona parlando di se stessi ad un altro, ma non è solito di farlo sempre, e far- lo più volte in una stessa epistola. Il Fontanini nella succitata Storia Arcana, a togliere questa obbiezione dice che 1’ astuto Fra Paolo per non urtar negli agguati nello scrivere le lettere si serviva d’ altra mano, e talora nel corpo stesso delle lettere egli fingeva che parlasse una terza persona diversa da lui che le dettava, cioè a dire Fra Fulgenzio che le scriveva. ( Storia Arcana p. l\i. ). Ma io non trovo in alcun sito di queste lettere che il Sarpi dica di avere stabilito di scrivere in terza persona parlando anche di se stesso; e trovo solo che aveva risoluto di non iscrivere di suo pugno : Fra Pavolo ha trovato questo temperamento dì non scrivergli di man sua ad alcuno eretico ( Lett. 16. ottobre 1609 ) e in quella 5. gennaio 1610: Fra Pavolo ha preso il partito di non scrivere ad alcuno eretico di sua mano, come pure aveva concertato di scrivere in cifra ( Lettera de-ceinbre 1608 ). In generale però egli è certo che Antonio Foscarmi ( quello stesso che fu poi strangolato in Venezia nel 1622 come reo di stato; e che fu poscia riconosciuto innocente ) era negli anni 1607-8-9- e una parte del 1610 in Francia quale ambasciatore della Repubblica, e a lui ponno essere state dirette queste epìstole, sebbene per entro alcune di esse sì parli in terza persona di un signor Foscarino che probabilmente sarà un altro dello stesso cognome, com’é d’altra parte certo che di quel Francese Rossi, cui si dicon dirette varie di queste lettere, non si fa menzione in nessun luoco di quelle indirizzate all’ambasciatore ; e non si rileva punto che sieno ad esso Rossi piuttosto che ad un altro dirette quelle intitolate Vostra Signoria. E certo dal confronto fattone che le cose dette in queste lettere mss. combinano con quelle che sopo riportate nelle lettere a stampa si latine che italiane a Fra Paolo attribuite. Ma d’ altra banda è certissimo che quando pure originalmente fossero del Sarpi o fossero di Fulgenzio in nome di lui (del qual Fulgenzio in tutte queste lettere si conserva altissimo silenzio ), o finalmente fossero in origine dettate in lingua latina, poi tradotte in francese, poscia in italiano o tutte o parte, è certissimo, dico, che la scrittura non è di un Veneziano, ma di un forestiere. Vi si legge Badovére per Badoero ( p. 10 t. ) Mocenigo , Foscarino, Contarino senza 1’ articolo il e invece di Foscarini, Con-tarini (p. 5. t. 56. 76.). Fra Pavolo, invece di Paolo, o Paulo, si dice sempre, tranne in due o tre luoghi ( p. 85. 121.1. i5o ). Bagio( p. 69. t. ). Bugiando ( p 18Ì. ). Bagiarnani ( p. 55. t. ). per bascio, basciando, basciamani che così Fra Paolo scriveva colla se, come da altre lettere che qui sotto riporterò copiate da me sopra gli originali. Foicherini per Foscarini ( p. 89.). Barbarico per Barbarigo ( p. 89. ). Priuoli ( p. 8. 86. t. ) per Priuli : Vi si aggiugne questi modi di dire: Io non credo che mai si possa haver- 10 benevolo per la sua natura compliciosa .. . Perchè essendo obbligato cl' andare a referire 11 tutto, è fatto balzane a portare quello che non vuol dire ( p. 27. e 27. t. ).... In qualunque modo come seguì la concordia che gli ecclesiastici hanno voluto disguisare ( p. 86. t.). Di più, in una lettera 9 dicembre 1608 ricordando la fuga da Venezia di Pierantonio liibetti Arcidiacono nostro, lo si dice malamente Rubetti, e non Ribeiti, ciò che Fra Paolo doveva sapere, siccome colui che lo conosceva di persona e avevano scritto insieme il Trattato dell’ Interdetto. Tutto ciò fa vedere chiaramente che chi scriveva non conosceva come si pronunciassero i cognomi Veneziani, e le paróle usate Dello