5o5 do; la qual lapide fu ultimamente illustrata e correttamente trascritta (i) dal chiariss. Gio- NELLA CHIESA DI SANTA MARIA DEI SERVI vanni dottor Labus nella Lettera a me diretta intorno ad una antica Inscrizione scopertasi in Venezia nel mese di agosto micccxxx. ( Venezia pel Picotti, in 8.vo iig- )• Ivi pag. 536 colonna 2. Giambatista Leoni ha una Lettera indirizzata a Girolamo Ramusio, il giovane da Roma del 5 novembre i588, nella quale si congratula della sua elezione a Segretario di Pregadi ( Vedi Lettere familiari del Leoni. Venezia 15ga. Ivi p. 54i- Inscriz. 112. Io credo che Giovanni Pellicano senatore di Roma nominato in questa Inscrizione, già marito di Antonia de Vico, di famiglia proveniente da Urbino sia quel desso di cui fa un elogio il marchese Buonaccorsi a p. 364 del libro Antichità ed eccellenza del protonotariato dicendo, che Giovanni Pellicani Maceratese essendo nelle scienze legali considerato come l’oracolo del suo tempo, mentre visse nel coniugato sostenne le cariche più cospicue di toga, e fralle altre il Senatoriato Capitolino in Roma l’anno 158ó; che rimasto libero dai legami matrimoniali intraprese la prelatura col Protonotariato sopranumerario dei Partecipanti, e colla Prefettura dell’ Annona sopra tutti i domimi di santa Chiesa, e proseguala col governo dell’Umbria e della Romagna esercitato col titolo di Presidente l’anno i587; che nel pontificato di Sisto V faticò molto in servigio della sede Apostolica, e riformò gli Statuti di Ascoli e di Avignone per comando Pontificio; che finalmente degno di venir sublimato a dignità maggiori, essendo in età d’ anni 76 mori il primo gennajo 1604, leggendosi Io elogio delle sue esimie virtudi nella Basilica Liberiana ( Fabbri Girolamo. Effemeride sacra et istorica di Ravenna - ivi ¡675, pag. 269, e vedi anche il Galletti ( lnscript. Romanae. Romae extantes. Voi. II. pag. XL. num. 79. Voi. I. p. 43- Inscriz. 16. Un Lodovico Leffio studiava nel Seminario di san Marco diretto dai padri di Somasca, ed ha una epopeja, e un dialogismus in morte di Vincenzo Marchetti. Vedi Componimenti del-l’Accademia Cacciatrice ec. in morte del sig. Vincenzo Marchetti uno degli Accademici. Venezia 1607. 4- Questo Leffio è certamente il segretario dell’Accademia ; quegli che con errore di stampa chiamasi Lesfio a pag. 33 delle Accademie Veneziane di Michele Battagia, (Venezia 1826. 8.) ove della Cacciatrice ragionasi. Ivi p. 74- Inscriz. lag. Tommaso Chersa nel suo Commentario de-gl illustri Toscani stati in diversi tempi a Ragusa ( Padova 1828. 8.) a pag. 1. rammenta uno della casa Qyartegiani Lucchese, cui spetta P epigrafe. Quest’ è Filippo de' Diversi dei Quartegiani dottore nelle arti, il quale fino dal >434 trovavasi in Venezia quando sollecitato dai Ragusei si recò colà ad aprirvi una Scuola di lettere. Scrisse un’Opera intitolata Situs, ae-dificiorum, politiae, et laudabilium consuetu-dinum civita tis Rhacusii descriptio con feda A.D. 144°. di cui il Cbersa dà l’estratto e un saggio della scolastica latinità del suo autore. Ma non piacendogli forse i Ragusei, e piacendogli più i Veneziani, fra i quali prosperava in istudio ed in danaro, tornò a Venezia, dove l’anno 1444 scrisse una supplicazione ai Lucchesi, pregandoli che lor piacesse di restituirlo nel possesso dei beni aviti, e de’ diritti di cittadino. Ivi p. 80. col. 1. Di Aurelio Grazia trovo un Sonetto a p. 77. della Lettura dì Girolamo Ruscelli sopra un Sonetto del Marchese della Terza. Venezia x5Ó2. 4-Sta con altri in laude di donna Ma- (1) Si dice correttamente perchè, tale non V ha nemmeno il nob. sig. Asquinì, sebbene dica d averla copiata egli stesso netta dagli errori de' precedenti copisti. In fatti leggesi ocirs non otìirs, dice irrtcros non irscro. Dopo dokatit vi è rr, chr è erri messo dal sig, Asqui-ni, e la parola non è esca e, ma esce senza dittongo.