SANTA MARIA MAGGIORE 449 »era è in data di Urbino del 1511, e sapendosi Si miseri infausto doluistis eatir amore»“ che quel Cardinale frequentando quella Corte Dopo 1’ elegia avvenne un’ altra di Mauro soggiornò anche in Pesaro, dovea ben essere Ugerio mantovano sopra l’anima di Ovidio informato per ¡sfuggire la taccia di adula- trasmigrata in quella di Valerio, la quale cosi zione. comincia : Ma per parlare più particolarmente di alcu- Quis neget in varias animas transfundere ni dei Soggetti illustri di questa casa, rammen- formas ? terò di nuovo Valerio, approfittando delle sco- Che coltivasse poi anche la poesia italiana ce perte fatte su di lui posteriormente alle cose ne assicura Apostolo Zeno, il quale in un suo stampate nel Voi. I,, e delle notizie avute dal codice mss. in 4- intitolato: Rime di diversi, prelodato sig. Marco Procacci. trovò un sonetto che comincia cosi: Non seran 1. Valerio Superchio sempre ingrata i tuoi crin d'oro: e che man-Figlio di Jacopo di ser Orlandino, e di Bar- dò al suo amico Olivieri ( Lett. ined. di Ap. bara Sinibaldi, oltre essere stato filosofo, medi- Zeno ad Ann. degli abati Olivieri dei 7 aprile co ed oratore chiarissimo, fu anche] buon poeta 1742). Questo stesso sonetto trovasi oggidì nel latino. Ho già detto ( p. 55. Voi. I. ), che per Cod. Marciano cart. intitolato: Rime di diversi merito dell’eloquenza sua il Collegio de’Medici a p. 63. (classe IX. num- 2o3. secolo XVI. ). fu liberato dalla tassa che gli si voleva imporre. Un bell’ epigramma, in sua laude, del celebre Ecco come ne parla il Sanuto presente al fat- Girolamo Amalteo leggesi a p. 42. del libro to ( Diarii, voi. xxxlv. p. 209.210.) «Adi 23 Trìum fratrum Amalcheorum carmina. Ve-n giugno 1523 dapoi disnar fo pregadi per la netiis 1627. 8., e nelle Delie. Poetar, raccolte « terra per lezer lettere, et etiam intrar su la dal Grutero P.I. p. 72. a In sua lode parimenti materia di medici phisici utrum debbano es- te ridondano le seguenti parole di Girolamo * ser tansadi e contribuir a le angarie overo Avanzo veronese . . . Valerius Superchius Pi• » non atento una volta per parte presa in pi e- saurensis ... praeter medendi scientiarn, pru-» gadi fono assolti di decime con questo pagi- dentiam et felicitatem qua eminet, coeteras n no il miedego in armada al capitanio zene- etiam doctrinas adeo complexus est ut eum ;» ral, et in campo al provedilor zeneral. Et poi polhystorem Padua consuevit nuncupare ( Ly-« fato venir li medici suso videlicet tre di Ilio- dii Catti Opuscula. Venetiis 1'102 in epist. de-n ro et medico Valerio da Pexaro uno di ditti die ) ed anche le seguenti di Stefano Piazzone « andò in renga'et parlo fo molto longo mo- da Asola, il quale tenendo alla sua scuola di ?> strando non doveano esser tanxadi etc. li umanità Iacopo Superchi figlio di Aurelio no-» rispose £. Alvise Badoer q. c. Rigo avochato minato nell’ epigrafe diceva: Accede et tu lavi fiscal dicendo doveano esser tanxadi per la cobe Superchi ad haec nostra praeexercila-» industria etc. Et mandati fuora, fu posto per menta ne cognomini tuae familiae quod in se 1» tutto il colegio, che diti medici colegiadi quondam excellentiam continet, defecisse viti non siano molestadi dali 20 savii sopra le dearis ; ad quod te non parum adhortari de-n tanse, ma debano continuar ut in parte, avu- bet et Aurelius pater vir in utroque jure peri-«te 123. 46. i3 ». Per questo arringo fucsal- tlteimus, et Vnlerius patruus tuus non minus tato anche dal Bembo in una sua latina let- bene dicendiquam bene medendi peritissimus, tera a Giambatista Fedeli ( Bembo Op. voi. et llieronymus patruelis tuus, qui, ut etiam IV. p. 226). In quanto poi alla poesia da tu ex optima arbore natus fructus suavissi-Valerio coltivata, oltre la testimonianza che ne mos, ut indole sua prae se jam fert, cito ferre fa il Bembo citato, ed il Giraldi nel Dialogo I. incipiet. ( Compendium Rhetorices in praef. De poet. sui temp. p. 3g, ed oltre alle cose che Venet. i526. 4- ) • Valerio, come ho detto nel ho ricordate nel voi. I-, nonè qui ad ommetter- primo volume, ebbe in moglie Pellegrina Avan-si, che nell’Ovidio a spese di Lucanlonio Giun- zo figlia di Luigi, cittadino veneziano, da cui la fiorentino impresso da Matteo Capcasa di ebbe diversi figli, cioè Girolamo, Tiberio, Ales-Parma nel 1489, che per esser poco comune è sandro ed Ascanio, oltre quattro femmine. Di poco conosciuto, vi è una sua lettera a Gio- Girolamo parleremo in seguito ; Fiberio segui vanni Sforza sopra la correzione delle stampe, la professione del padre, e come tale Io si vede Dopo la lettera vi è una sua bella elegia, in in un atto, ossia diploma di Laurea medica che cui duolsi che i barbari vogliano morte con riportò Gio- Battista Cuccino o Coccino di Ovidio le sue opere, che principia cosi : Pesaro nel 1^49 dal Collegio Fisico di \ ene-