5iG Ve desi che questo stemma fu posto un anno dopo che la Repubblica volendo riconoscere i meriti di esso Cristoforo insigne suo condot-tiere e del valoroso guerriero INicolò suo padre concessegli in feudo i castelli e contado di A-viano, di s. Paolo, e di s. Giorgio, i quali furono già di ragione del patriarcato di Aquileja — Vedi Palladio. St. Friul. p 55. anno i/pa. E giacché parlando della casa Gabrieli qui stanno a proposito, riporterò due epigrafi che sono nella chiesa di detta villa di san Paolo, in relazione a quanto si è detto nel volum. Ili, p. p. aoó. e seg. ì. Nel presbiterio sul suolo. GOMITIS ZA-CHARIAE | GABRIELI | ET I SVORVM HAE-REDVM | ANNO DNI MDCCXII. a. Nel mezzo della chiesa. ANGELVS. MARIA | E. PATRITIA. GABRIELIVM. GENTE VLTIMVS SVPERSTES- | MAXVMIS. AC. DirFlClLLIMIS. RE1P. MVNERIBVS l SAN-GTE. ET. PRAECLARE FVNGTVS | HlC. OTIVM. GVM. DIGNITATE. GONIVNGENS | OB.VITAE. INTEGRITATEM. IN. DEVM. i P1E-TATEM I MORVM. SVAV1TATEM. ET. EF-FVSAM. IN. OMNES I SED. PRAESERTIM. IN PAVPERES. LIBERALITATEM | NVLLI. FLEBILIOR. QVAM. OPPtDO. HVIC | GV-1VS I PATER. POTIVS. QVAM. DOMINVS. FV1T. I IN. PACE. QVIESCIT | OBIIT. V. IDVS. DECÈMB. MDCCCV. | AETATIS. SVAE. LXX1II. I LAPIDEM. IIVNC. HAEREDES. EX. ASSE t AD. MEM0R1AM. ElVS. PERENNAN-DAM | MOERENTES. ET. GRATI | P. C. Angelo Maria Gabriel p. v. le cui lodi abbastanza dalla veridica epigrafe appariscono , fu uno degli ultimi Inquisitori di Stato della Veneta Repubblica. Il Maggior Consiglio assecondando le ricerche del generale in capo dell’armata Francese in Italia, il quale attribuiva ai tre Veneti Inquisitori le uccisioni che de’ francesi si facevano in Terraferma, decretò nel 4 maggio 1797 che Angelo Maria Gabriel, Agostino Barbarigo, e Catterin Cornaro Inquisitori di Stato fossero immediatamente arrestati e posti sotto militare custodia in una delle Isole del Circondario delle Lagune nostre; perlochè fu-ron collocati in quella di s. Giorgio in Alga. Si ordinò pure che gli Avvogadori di Comun ne tacessero processo; dal quale in seguito risultò la loro innocenza, sebbene non potessero andare esenti dalla gravissima taccia di essere stati indolenti nell esercizio del loro ministero sopra gli esteri o i sudditi perturbatori della tranquillila dello Stato. Gli eredi del Conte Gabriel furono i conjugi nob. Giorgio Corner p. v. ed Annunciata figlia del Pio Luogo dell$ Pietà. Ivi p 4^5. colonna 1. dopo la linea 56 nella Chiesa della Certosa. Anche il Botta nel T. 4- della Storia d’Italia in continuazione di quella del Guicciardini alla pag. 587. anno 1628 dopo avere mostrata insussistente l’accusa del Daru che la Congiura di Ossuna sia stata immaginata tiene per certo che falsamente sia stato attribuito il libro del Governo de' Veneziani, (ossia la Relazione della Repub. yeneziana che va sotto il nome di Francesco dalla Torre ambasciatore) ad un Cavaliere Soranzo. Egli poi aggiunge essere verisimile che questo supposto parto del Cava-lier Soranzo sia fattura di qualche vile Veneziano che l abbia scritto pagato dall’ambasciatore di Francia, o da qualcheduno della sua casa per far piacere a’ nemici della repubblica e a chi ne voleva la sua rovina. E ciò il deduce anche da un passo del mss. che dice VAvogadore in realtà è funzione puramente criminale ma è stimato piìi del Fiscale o del Procuratore del Re. Imperocché, dice il Bottase l’autore non avesse indirizzato le parole ad un francese, avrebbe detto del procuratore del Re di Francia. Due copie presso la famiglia de’Conti Manin di quel-la Relazione dopo le parole Pro cura to re del Re aggiungono nelle corti Sovrane. Ciò dunque giusta il Botta porterebbe a credere che l’opera il G over no de’ Feneziani ossia la Relazione àa\ dalla Torre di cui si tratta, non solo non sia scrittura di un Cavaliere Soranzo, ma nemmeno del dalla Torre il quale era per la Casa d’Austria ambasciatore appo la Repubblica. In quanto a me, convenendo che l’Opera non sia del Soranzo, ma si scritta in un esemplare già posseduto da un Soranzo, avrei dubbio ad attribuirla ad un partigiano o ministro francese, piuttostochè al dalla Torre ; giacché 1’ espressione che V Awo-gadore è stimato più del fiscale o del procuratore del re è generica, e s’intende di tutte le corti regnanti, le quali hanno un avvocato , o Procurator Begio, ossia fiscale; nè si può quindi intendere della sola Francia. E sebbene vi sia per entro qualche espressione che può eziandio essere disdicevole ad un ministro della casa d’ Austria ( come quella che l’imperatore per castigar Waldestein dovette servirsi più di assassini , che di ministri ) nondimeno la costante tradizione che l’opera sia del dalla Torre il cui nome si legge in quasi tutti gli esemplari : il non trovarsi nome di autore diverso in altri esemplari ; e il non leggervisi espressioni che possano far creare l'autore partigiano