SANT’ ELENA 4* MITIS ALEXANDER VIR BON I ROMEVS/ ETRVSCVS/I NATVS ET I SANCTO MINI | A-TE7 PROPAGTNE CLARA/ I * FRATER ET IP E SV-VS QVOQVE I BONROMEVS AMEN1S I * SORTiBVS EXH1B1TVS FIERI | FECERE CAPELLAM. I * HANC HELENE SVB HONO-RE ! SACRE FYLGENTE PARATV. Sulla facciata esteriore della chiesa alla dritta di chi guarda sta questa memoria in carattere semigotico. Alcuni lessero malamente nel secondo verso est in, oppur enim invece di et in ; e cosi nell’ ultimo verso srrst invece di SVB. La famiglia Bonromeo, o Borromeo, della quale qui si parla, è Toscana. Filippo Borromeo figliuolo di Lazaro q. Borromeo, signor di san Miniate, coll’ ajuto de’ Visconti di Milano scacciò da san Miniate 1’ armi dei Fiorentini, e da un suo capitano essendo stato proditoriamente dato in mano de’ Fiorentini vi lasciò la vita nel 1370. Questo Filippo ebbe a moglie Talda maggior sorella di Beatrice Tenda, consorte di Facin Cane, capitano generale de’ Visconti, e poi moglie del duca di Milano Filippo Maria. Pa Talda ebbe Filippo quattro figliuoli maschi, cioè Giovanni, Andrea, Bonromeo ed Alessandro de’ quali tratta l’epigrafe. Giovanni restò a Milano ben veduio dal duca Filippo Maria. Andrea s’ addottorò in Padova, e fu cavaliere aurato. Bonromeo, signoreggianti i Carraresi in Padova, ebbe molti onori, tra’ quali la carica di Tesonero di Padova e Stato loro ; e ciò non perchè desiderassero d’onorare i meriti di lui, ma perchè temevan la sua potenza e invidiavano le sue ricchezze: onde cercavan occasione di calunniarlo ; e di fatto Bonromeo fu tradito, e calunniato posto in arresto, nè usci di prigione che con lo sborso di 22000 scudi d’oro. Bonromeo però per vendicarsene adoperò in maniera coi Visconti e coi Veneziani, che fatta lega a danni del Carrarese, lo presero, e condotto a Milano, mori a Monza, restando a’ Veneziani Trevigi, e a’ Milanesi Padova . Tornò poscia il nostro Bonromeo a Milano insieme con Alessandro e Giovanni suoi fratelli, e abitavano in palagio a santa Maria Pedone. Nel 1400 celebrandosi certo accordo tra’ Visconti e il marchese di Monferrato, fu Bonromeo mallevadore per 12000 fiorini da parte del Marchese. Ebbero questi fratelli fin dal i3g4 la cittadinanza di Milano, e son chiamati nel privilegio de Bon-romeis de s. Miniate. Bonromeo fu Consigliere e Capitano del duca Gio. Galeazzo, ed ebbe dallo stesso in governo la città di Bologna, dove fino dal 1092 avevano comando Rodolfo, Tsicolò, e Filippo de' Borromei da san Miniate. Morto poi il duca Giovan Galeazzo Visconte, il suo figliuolo Giammaria nel i4o3 infeudò a Bonromeo Castell’ Squalo e tutta la Val di Taro nel Piacentino, onorandolo del titolo di Conte, ftell’ istromento del possesso che a suo nome presero Pietro Zarlo, e Antonio da san Miniate sta espresso prò magnifico et potente viro D. Borromeo comite. Slava egli a Milano perché era del Consiglio segreto, e vi generò Galeazzo, Antonio e Giovanni, i quali poi con esso Bonromeo e con Alessandro suo fratello passarono a Venezia. Tutto ciò si ha nella Biblioteca Universale del padre Vincenzo Coro« nelli. Venezia 1706. Tomo VI. p. 790. 791. ec., il qual Coronelli da altri autori ha estratto. L’ epoca certa in che giunse in Venezia codesta illustre famiglia, non so; sembra bensì che sia stata ammessa alla cittadinanza nostra, trovandosi registrata fra alcune case nobili del-1’ ordine cittadinesco in un Codice del secolo xvi, xvm, del cavaliere Lorenzo Zustiriian, intitolato Curiosità Veneziane. Il fatto si è, che assaissimo benemerita di questo Tempio si rese. Imperciocché si sa dal Lancelloti storico dell’ Ordine Olivetano e dal Cornaro ( Eccl. Ven. T. IX. 187, 88, 89. e Notizie p. 66. ) che Alessandro Borromeo oltra mille e cinquecento «cudi d’ oro ha spesi nell’ erezione di questa Cappella di sant’ Eiena, ch’ebbe suo comincia-mento nel 1418 (1). Altrettanta somma ne im- (1) Da quel codicetto membranaceo del secolo XV esistente fralle carte di questo cenobio, che ho ricordato nel proemio, traggo in proposito della fabbrica la seguente notizia: Ano dnf Mccccxriii adi xxru de novebre. I\el tempo del scissimo in Xp'o padre papa Martino divina providentia papa quinto e del serenissimo principe ms. Tomaxo Mozenigo Dio gra•