LA CELESTIA che avendogli il Marcello nel 1719, mandato a Vienna un manuscritto de’suoi versi da rivedere con animo di darli alle stampe, quegli pochissimo ne restò pago, e li considerò vere baiiiecole, e quindi gli scrisse una lettera in data 22 giugno 1720 in cui con tutta creanza cerca di distoglierlo dalla sua idea. Ma il fatto mostrò non essersi acquietato il Marcello nel parere dello Zeno, ch’era anche parere di altri dotti dallo Zeno consultati nell’argomento; mentre in varii tempi mandò a luce due libri di poesie uno italiano e l’altro latino, che noteremo più sotto. E in quanto a’versi latini vede-si che dalla Zeno discordò non poco Giacinto Vincioli dotto gentiluomo Perugino il quale nelle sue Osservazioni lodandolo, lo propose come verace modello di eleganza poetica- (O-hservationes nonnullae cura litleris variorum ad ea quae scripta sunt° de Ab. llyacinl. ex comit. de Vinciolis. J. C. Perusini ec. Perus. 1741- 8.) : Alex. Marcelli nobiliss. et eruditissimi viri patr. Ven. carmina ut quaeque alia quisnam non maxime demiretur ? Qui amant antiquorum sales, latinumq. candorem hujus legant opus. Ma la poca fama, osserva oppor-tunemente il dotto Francesco Negri nelle sue manuscritte memorie, di che godettero quelle poesie appo i tardi posteri dichiara abbastanza per quale dei due critici si stesse la ragione. In argomenti più serii esercitò altresi Alessandro la sua penna, ed un’opera morale aveva in pronto per la stampa, col titolo: Del felice, passaggio dal tempo all'eternità. Ma essa rimase inedita presso i suoi discendenti avendogli impedito la morte di effettuare il suo disegno ( Mus. Mazzuchell. T. II. p. 244)- Egli mancò a vivi li 17 Luglio 1747» dopo essere stato in patria Auditor Vecchio, e de’Consigli di XL; e aver viaggiato in varie epoche in l'rancia, in Olanda, a Roma, e a Napoli. La versatilità del suo intelletto, e l’unione di tante cogniaioni rendettero questo patrizio assai pregiato, e famoso. Pertanto fu ascritto a moltissime Accademie letterarie, e di Belle Art/ itili le quali fu Arconte della Crusca; degli Inculi! ; dementino di s. Luca,- dell’Qnor letterario; della Società Regia di Prussia; della Società Albrizziana, delTAccademia degli A-nimosi ; ed ebbe l’onore di una Medaglia. Nel diritto avvi alex. marcellvs. patrit. vz-netvs e nel rovescio un arbore con molti innesti carico di fiori e di frutta e col motto mi-scentvr in vnvm e sotto 1’ anno 1712 ,• simbolo della vaghissima e sommamente commendabile mescolanza di tante arti e scienze per le quali Alessandro fra noi vivendo segnalossi. (Mus. Mazzuch. 1. c. ). Ebbe anche un ritratto intagliato in rame in 4- compreso in un picco- lo ovato in mezzo di gran contorno eoa emblemi di musica, di matematica, di belle arti ec. e sormontato dalla fama. Questa effigie, senza anno e nome d’ incisore, fu impressa nella prima edizione de’suoi versi latini, ed ha sottoscritta la seguente epigrafe: Alexander Mar• cellus Patritius Venetus vir omnium ingenua-rum artium amantissimus, praecipue philoso-phiae, matheseos, historiae, chymiae, musices, picturae, poeseos, septemq. idiomatum assi* duissimus cultor celebrioribus associatus ac-cademiis (1) . A costumi ottimi e a molta gentilezza ( Zeno Leti. cit. n. 207 ) accoppiò somma attività nelle cose di governo, e quindi occupò per tutta la sua vita i magistrati più cospicui della repubblica ( Giorn. Letterat. T. 52. p. 075). Di lui, e di Lodovica Bettoni sua consorte nacque nel 1712 Lorenzo Alessandro Marcello uomo pur esso dedito alla letteratura, e senatore per senno e per virtù repu-tatissimo, a cui Benedetto Marcello suo zio addirizzò un Trattatello di morale, quand’ era ancor giovane. Questo Lorenzo Alessandro aveva intenzione di scrivere le notizie o vite di tutti gli scrittori della sua famiglia ( Bergan-tini Lett. sopracitata ); e mori nel 1779 • Delle* opere di Alessandro Marcello stampate conosco le seguenti. 1. Cantate di Etereo Stinfalìco Accademico Arcade pubblicate da Antonio Bortoli. Ve- (1) Appo il conte Benedetto Valmarana veggo una medaglia in bronzo di ordinaria grandez-za, che da una parte ha il busto, e le lettere alex. marcellvs patrit. ven. e dall’ altra un albero con varie sorta di frutti, e il motto miscentvr in vnvm. E ve ne ha pure un' altra un poco più piccola, ed è in marchesita, col busto e coll’ albero come sopra sendovi diversità solo nella prima leggenda , che in questa ultima e così alex. marcellvs. patrit. venetTs. Tutti gli studi rammentati nella detta epigrafe sono riuniti in un distico dallo stesso Marcello fEpigramaCCCXXV.De suis omnigenis studiis.) Dissero: Fundo: Cano : Destillo: Coelo: Figuro: Computo : Versifico : Pingo: nihilque scio.