S. AGOSTINO 15 »utto-al dritto civile e pontificio e tal profitto ne fece che di 27 anni fu eletto ad interpretare le Decretali eposcia riportò le insegne di doltorein ambe le leggi. ¡Viot ti i parenti di lui di pestilenza nel KÌ28, tornato egli a Venezia aperse officio di causidico, e pienamente soddisfece ad ognuno che per consigli e per assistenza a lui aveva ricorso. L’integrità della sua vita, e la dottrina sua nelle ecclesiastiche cose fece che di comun consentimento nel i556 a’ 5 di novembre venne eletto a piovano di questa chiesa di s. Agostino. Una delle principali mire che in tutto il tempo di questa sua reggenza ebbe il Renio si fu quella di talmente contenere nell’ osservanza della vera religione, il popolo alla sua cura commesso, che nessun’ombra di quella eresia, la quale in allora andava serpeggiando, potè in esso introdursi. La qual cosa vista dal patriarca Vincenzo Diedo, lo tenne caro e in grande riputazione appo di lui che spesso usava de’suoi consigli. Del 1556 a’7 di novembre Girolamo Foscari vescovo Torcellano il fe suo vicario; nel qual carico rimase confermato dal successore vescovo Giovanni Delfino; carico sostenuto colla universale approvazione fino alla morte. Fu insignito in progresso del canonicato di Castello, di quello diSebenico, e di quello di Torcello, ne’ quali due ultimi però sostituì persone sue familiari, e volle trattenersi il canonicato Castellano. Ebbe anche la dignità di Arciprete della congregazione di san bil-vestro; e il Cardinale Borromeo avealo creato Protonotario Apostolico. Durò la sua cura in s. Agostino fino al 1Ó70 in cui il dì 5i ottobre aal patriarca Giovanni Trivisano fu assunto a vicario generale in tutta la diocesi, e a vicario perpetuo di san Bortolamio. Era stato nominato nel 1671 a’26 di novembre arciprete della congregazion di s. Maria Mater Domini, ma vi rinunciò per non lasciar quella di s. Silvestro. Ma durante il suo generale vicariato assai benemerito del clero si rese e della religione; imperciocché non lasciava scorrere il di stabilito all’intervento nelle sessioni del Magistrato della Inquisizione, e ciò per togliere vie-maggiormente, dal canto suo, le false opinioni intorno alla religione ; e in sette anni e mesi sei in che coperse codesto officio difese con grande eloquenza ed ardore i diritti ed ì benefica degli ecclesiastici, con ammirazione del Senato, e dei giudici, appo i quali trattavan-?i le cau«e. Fralle illustrazioni alle inscrizioni della chiesa di s. Zaccaria al num. 58 ho ricordata un Giovanni Rinio giureconsulto e dotto- re in ambe le leggi che arricchì di un repertorio copiosissimo il Thesaurum Christianae Re-ligionis ec. di Alfonso Alvarez Guerrero, dedicandolo nel 1559 al cardinale Luigi Cornaro . Per la vicinanza del cognome, per l’identità dell’ epoche e degli sludii, potrebbe esserne autore il nostro piovano Renio ; ma non posso assicurarlo, non avendo io veduto quel libro. Egli è cer to però che il Renio era uno de’col-laboratori nella celebre Accademia della fama per la classe del dritto Canonico, come apparisce dalla Scrittura di Deputazione fatta da Federico Badoaro e impressa in fol. dall’Accademia stessa nel ir>6o; ed è quello nella lista de’ Canonici indicato il piovano di s. Agostino. Mori questo.dotto uomo nel 1578 d' anni 76, mesi 4, giorni io; essendogli stata recitataora-zion funebre dal pubblico professore di latine lettere Giambatista Boselli Bergamasco nel di 6 di maggio di quell’anno; la quale fu nell’ anno medesimo impressa col seguente titolo: Oratio Ioan. Baptistae Boselli latinas litteras venetiis publice projttentìs in funere eximii viri loannis Rhenii Fenetis apud Io. Baptistam ab llosiio. MDLXXVllI. 4- Questa orazione mi servì di scorta principale a tessere questo articolo . Veggasi oltracciò il Cornaro ( Eccles. Veti. T. li. p. 582. 505, e nel Cleri documenta ec. p. 07, ove è posta malamente la morte del Renio all’anno 1690 ),• e il Nardini (Series Vaefectorum s. Bartolomaei p. XLV),- ove è pur errata la giornata della morte e il mese, mentre a’ 24 di maggio del 1578 era già morto il Renio, se veggiamo che nel 6 di quel mese ebbe 1’ Elogio funebre, dicendo chiaramente il Boselli nella dedicazione a Giovanni Donato ut quam pridie nonas maii in funere loannis Rhenij viri illius etimi) ipse habui orationem, hanc in lucem et apertum pro/errem, e la data della dedicazione è de’ 25 di maggio, decimo Ktdendas iunii 1578. 18 IO ANNI MAVRO LEONARDI FILIO SENATORI OPTIMO PROCVRATORI ECCLESIAE DE EAQ BENEMERITO LÉONARDVS NEPOS ET HERES . OBIIT ANNO i 546. Dal Palfero la lapide . Giovanni figliuolo di Leonardo q. Dardi Mono delia patrizia casa che abitava a s. Girolamo, fu senatore illustre, e del 1567 fu podestà a Brescia : e morì del 1046 in febbraio . Quin-