SANT’ ANGELO gnato di renderti. Certo è cke allora grande accoglienza ebbe questa edizione, e lo stesso Francesco Alunno da Ferrara nello sporre 1’ordine tenuto nelle su e Ricchezze della lingua volgare sopra il Boccaccio ( Vinegia per Paulo Gherardo M.D.LVII. 4-) attesta di essersi servito del Decamerone corretto per lo magnifico mcsser Nicolò Delphino gentilhuomo vinitiano, et ristampato poi da quelli da Sabbio in ottavo del 1036. Ala la comparsa della famosa edizione del Decamerone in Firenze per gli eredi di Filippo di Giunta 1627 oscurò la gloria non solo di uella del Delfino, ma di quant’altre prece-entemente s’ erano vedute, le quali tutte , o più o meno eran difettose, e queste non solo dal lato della lezione, ma anche della ortografia. Veggansi le Annotazioni dei Deputati alle correzion del Decamerone ( Firenze . Giunti *574 4- nel proemio e nella conclusione; e il conte Giamb. Baldelli nella vita di Giovanni Boccacci (Firenze 1806 8. p. 287. 29«. 295.) Le varie più importanti lezioni dell’edizione del Delfino confrontate con le varianti delle più pregevoli edizioni del Decamerone ho già raccolte e riunite nell’ opera già da varii anni cominciata da me col titolo: Il Decamerone di Giovanni Boccacci riscontrato co’ migliori testi stampati e ma-nuscritti, ed arricchito di annotazioni riguardanti la lingua e lo stile, colla storia delle novelle ; cd un ragionato catalogo di tutte le edizioni, e de'codici che si conoscono, e de’ libri che intorno al Decamerone furono fino ad ora publicati: ma ehe ho sospesa per attendere alla presente, che assai più m’interessa per 1’ amor della patria, e per il desiderio che ho di tener sempre viva agli occhi de’ cittadini e de’ forastieri la gloria de’nostri maggiori. 8. Orazione d’lpocrate a Nicocle re di Sala-mina tradotta di greco. Il Delfino la dedica al molto magnifico M. Andrea Bembo, in data 22 febbrajo 1622 da Venezia. La dedicazione comincia: Io non credo già che alcun huomo sia di poco sentito et dì rozzo et tardo petto .. . Termina: A vostra magni' faenza molto mi raccomando. L’orazione eomincia : Quei che sogliono, 0 Nicocle, portare a voi.. . finisce : anzi maggiori et pik preziosi gli renderai. Quest’è un codice cartaceo in 4- del secolo XVI, il quale trovasi oggidì nella libreria vescovile di Udine, secondo che mi avvisa mons. Canonico Anto- to de Vit già custode di quella, con gentile sua lettera 5 maggio 1828; il quale erudito signore m’assicura che elegante e scritta in pura e tersa italiana favella è la traduzione del Delfino. Peccato, che una rpano ignorante ha lacerato il penultimo foglio dal codice, che intero vi manca ! 9. Epistole e Dialogi capitali de Philogio ad Gratilla . In Venetia per Marchion Sessa i5o6. 4. Appidi della breve prefazione si legge l’argomento cosi: Tragoedia composta per M. N. D. ne la quale narrasi phylogio inamorato di Gratilla con persuasione la induce a consentirli il suo desiderio: et passato un tempo in lieti piaceri esso Phylogio gli chiede licentia di andar a caxa sua per mesci duo : promettendogli di tornar al tempo dato : quale non venendo Gratilla inducta a disperatione se medesima uccise. Dapoi morta apare a Phylogio ■ Dalla detta prefazione sr rileva che 1’ autore compose 1’ operetta negli nostri giovenil anni ; chiama materiali, rozissimi e alquanto lascivi i suoi carmi sotto i quali però è nascosto una non mediocre doctrina di ammonimento alle vaghe fanciulle . Dice che la giovanetta era rtolile nostra compatriota chiamata Madonna Marina, e il giovine era bellissimo chiamato Iacopino de Strozi fiorentino ; e chela ragazza mori di veleno. Questo rarissimo opusco- lo sta fralle miscellanee della Marciana ; e Apostolo Zeno che n’era il possessore scrisse di sua mano; M. N. D. L’ autore si è voluto nascondere sotto queste iniziali. Sarebbe egli a caso Messer Nicolò Delfino ? La stessa conghiettura faccio io, e perciò qui diedi luogo anche a questa notizia . jo. Può dirsi finalmente, che il Delfino assistesse in qualche parte il Vellutello nel suo Commento intorno aFpetrarca. (Le opere volgari del petrarca con le esposizione di Alessandro Vellutello da Lucca. In Venezia per Gio. Antonio e fratelli da Sabbio nel »52 5 del mese di agosto ) . La cosà è testificata dal Vellutello stesso che dice di avere conferita V opera sua co’ più eccellenti uomini e spezialmente col magnifico messer Nicolò Delphino persona senza dubbio singolarissima . Di Nicolò Delfino fanno menzione parecchi antichi fra’quali Giuliano Gozelini che a lui indirizza una lettera ( Lettere del Zucchi. III. i5o)]; e due sonetti, che 6tanno a p. 256. 287.