due. oh. i-feb. 1667. Mail suo cognomevera* mente è Ziotti, non Ciotti, del qual ultimo fu Giambattista Ciotti Stampatore notissimo, e Sebastiano Ciotti piovano di santa Maria Ma-ter Domini. Ivi p. 86* linea 26. grado —■ Grado. NELLA CHIESA DI SAN GREGORIO Voi. I. p. 268. Inscriz. »6. Qualche maggior particolarità trovo nella Cronaca cittadinesca pi'ù volte citata intorno a Martino Imberti, cioè, che del 167.1) passò segretario in Dalmazia col patrizio Pietro Civran» e del 1679 collo stesso a Costantinopoli; che del 1690 andò a Roma nella stessa qualità col* l’ambasciator Domenico Contarini; che del 169» partito da Roma il Contarini si trattenne Martino per vario tempo, ed ottenne da Innocenzo XII scudi venticinquemila in soccorso della Guer» ra di Morea e due vascelli in dono; che tornato da Roma nel 1699 passò di nuovo a Costantinopoli col bailo Lorenzo Soran/.o Kav., che del 1711 andò residente a Milano, e linai-mente del 1716 mori lasciando al pubblico ducati tremila di rate alla Cassa del Consiglio di Dieci per salarii non riscossi, e che furono girati in Serenissima Signoria. NELLA CHIESA DI SAN LORENZO. Voi. IL p. 3j5. a. colonna 1. linea i; Giovanni Colombo essendo stato eletto gran cancelliere della Repubblica nel 17 dicembre 1765 non fece ^Ingresso che a’ 4 di giugno 1766, cosicché non errò il .Zucchini dicendo, ebe fu eletto nel 1765. Dalla Cronaca cittadinesca presso il nob. Pietro Gradenigo si rileva che magnifico fu questo Ingresso. Dopo il ricevimento che fece di molti nobili nella sua casa a san Severo, eh’ è quella stessa in cui nacque Pietro Ottobon, poi Papa Alessandro vili. ( Vedi fra le epigrafi di san Severo ) uno dei procuratori di san Marco lo trasportò nella propria gondola a san Salvadore. Quivi udita la Messa, fu preso in mezzo da un altro Procuratore, e con loro fece passaggio per la Merceria riccamente addobbata, fermatosi alquanto sul ponte dei Berretteri, ove di stucchi e specchi era stato eretto un Trofeo. Entrò poscia nel palazzo Ducale, e salite le scale 31 presentò al Collegio, e dinanzi alla Signoria fatto il solito officio, e rispostogli dal Doge, questi gli consegnò le chiavi delle segrete iScritture. Era esposto il suo Ritratto in gran tela dipinto con molta lode da Alessandro Longhi. e riprodotto intagliato in rame da Carlo Orsolini. Nella stessa Cronaca si rammenta Teresa del Conte come unica superstite di doviziosa e nobile famiglia. Il merito di questa Dama ( siscrive) tratto da fonti non ordinarti del sesso spiccò a preferenza dovunque fu conosciuta ; nè può passarsi sotto silenzio che nella Residenza di Londra Ju ammessa parecchie volte ad udienza del re Giorgio 11 sempre con sommo onore oltre di essersi conciliata colà la benevolenza della sovrana famiglia. Si aggiunge eh’ essa discende, tra gli altri eroi, da un tale don Bizarro del Conte, il quale occupò distinto grado militara al servigio della Repubblica diVe-nezia; ed avendo ella conosciuto in Milano quand era residente per la Repubblica il nostro Colombo se ne invaghì e 1’ ebbe in isposo. Ev-vi eziandio lo stemma di quella famiglia del Conte consistente in un cavallo nero bardato d’oro, con sopra un cavaliere armato d’argento con elmo, scudo e bandiera d’oro; la barda«-tura del cavallo è caricata di due leoni in piedi neri, e cosi lo scudo, la schiena del cavaliere e la bandiera son caricati cadauno di un leone pur nero ; Ivi p. 586. lin. 48. captivorum — tartarorum Ivi p. 689. lin. 26. col. 1. due denar. AVendo alcuni bramato di poter leggere nel loro intiero tenore i testamenti che qui accenno : 1. di Marco Polo 1280. o, di Matteo Polo 15oo: 3. di Marco Polo viaggiatore 1023. li dò colla possibile fedeltà copiali dagli originali, i quali oggidì si possiedono dalla Biblioteca Marciana per dono del nobile Filippo Balbi; e avendoli con persone intelligenti delle antiche abbreviature eziandio collazionati, qui li produco. J. DI MARCO POLO 1280. « In nomine dei eterni Amen. Anno ab incarnatone domini nostri Jesu Christi millesimo ducentésimo octuagesimo mensis augusti die quinto exeunte inditione octava Rivoalti. Cura nulli hominum dies ñeque hora vocacionis domini sit penitus cognita sollicite unicuique im-nainet pcecayendum ne subite mortis incautu»