LA CELESTIA V halli, fatto intendere mi e stato referto come il magnifico m. Trifone Gabrieli huomo innocentemente santo è morto perchè ci nacque, et è vìvo per essere immortale, onde il duolo che sente ognuno è letizia di tutti coloro che tengono piìi cara la fama lunga che la vita breve. Dà poi al Gabrieli la taccia di non aver saputo giudicare il male in se stesso nel modo che sapeva discernere gli errori delle composizioni in altrui, imperciocché sostentando egli nella sua malattia di catarro non esservi miglior medicina di quella della sobrietà, mori più presto da digiuno che da febre. Piansero questa morte non pochi poeti, come aveanlo lodato ir» vita. Sonmi noti i seguenti: Giovanni dalla Casa ha due sonetti che stanno a p. 56 delle Rime e prose sue impresse in Firenze i;)72. 8 e nelle altre multiplici edizioni: Cominciano: Come splende valor perch'uom noi fasci — Poco il mondo giammai i’ infuse e tinse— Giambattista Amalleo ne ha tre a p. 217 delle Rime di diversi. Venezia Giolito 1 :>56 12 e coni. i.° Triphon cui solo dier le stelle a prova . 2 Pon dal del mente ove un lei marmo serra. 5. Triomphal pompa al suo sepolcro intorno. Uno di Cesare Gallo in morte di Trifone , che comincia : Dunque perpetuo sonno ingomlra e preme: sta in un codice Marciano di Rime di diversi del secolo XVI. p. 101 (n. 007. classe IX.). Lodovico Dolce uno che principia . Trifon tu che fra noi le gemme e l'oro, e sta a pag. 184 del libro III. delie Rime di diversi. Venezia al segno del Pozzo i55o 8. Giambatista Susio, uno che comincia : Triphone alhor che te me-desmo vinto, ed è a p. 178 di quel libro. Pietro Aretino, a p. 185 del medesimo Libro III ne ha uno : Quel Triphon del ben far semplice agente, Che con Dio ottani' anni ha negoziato . Domenico Veniero ne ha tre ( Rime 1751 a pag. 22-25 ) 1’ uno : Anima eh,' a' psn-sier leggiadri e casti; 1’ altro : Chi nel dubbio camrnin di questa vita ; e il terzo : Pianse non ha gran tempo il Bembo di' era. Iacopo Tie-polo ne ha uno anche in morte del Gabriele, che comincia: U tu che sprezzi gl' honorati scanni; ed ha pure un’ oda latina in obitu Pe-tri Bembi et Tryphonis Galrielis che comincia. Mors plus aspera Caucasi. Iacopo Mo-cenigo a p. 2i5 del sesto libro delle Rime di diversi. Venezia al segno del Pozzo i5.i5. 8. ne ha uno: Trifon die 'l legno tuo conduci in porlo ; ed è ristampato a p. 40 delle Rime di lui. Brescia 1736. 8. Daniele Barbaro due so- netti scrisse in morte del nostro Gabriele, che ha pubblicati 1’ ab. Morelli a p. 201. de'Codici Naniani volgari descritti (Venezia 1776. 4) e cominciano . Per quanto con parole ornate al mondo— Trifon che dal fugace e vero bene. Passando a dire dell’ opere del suo ingegno che ci rimangono, abbiam già veduto che amava piuttosto egli di comunicare a’discepoli ed agli amici le sue idee e i suoi studii; il perchè essi o sotto il nome di Trifone, 0 sotto altro se ne approfittarono; di quello che tramandarle egli co’proprj scritti alla posterità . Quindi è che pochissime ne abbiam di sue propriamente, e che molti scritti di quell’ età sia trattanti intorno alla lingua italiana, sia illustranti con dichiarazioni e commenti le opere di classic i autori, sono, per cosi dire, un compendio delle lezioni apprese dalla viva voce del Gabriele. Questo è il motivo per il quale io prendo qui a dividere l’opere sue in due parti ; nella prima pongo quelle che veramente col suo nome si stamparono o vengono indicate come manu-scritte ; nella seconda pongo la nota di quegli autori che mi venne fatto di conoscere avere attinto dal Gabriele o tutte o in parte le materie delle loro opere. Di Ttifone dunque abbiamo . 1. Rime . Di queste io non conosco che tre sonetti a stampa. Due stanno a pag. 290 del libro I. delle Rime di diversi raccolte dal Giolito. Venezia i545. 8. e sono del genere amoroso: Il primo comincia. Avventurosa piaggia ove i begli occhi; e il secondo: Tornava a ristorare il novo giorno. Furono ristampati nelle altre edizioni del libro I. delle liime i546-1549-1587 ; e il Sonetto Avventurosa ec. è ristampato nel Crescim-beni ( Commentarj. Roma 1711. voi. III. p. 22.4 ) e nel Parnaso (Tomo XXXII. Lirici Veneti, p. 78 ). Inoltre trovasi impresso anche nelle altre edizioni di Rime di diversi x555. p. 421. e 1556. pag. 417- Il terzo sonetto sta a p. 68. del libro III. delle Rime di diversi. Ven. al segno del Pozzo i55o. 8. e comincia: Spirto gentil che per fuggir gl' inganni; e questo stà anche manuscritto nel Codice CLXXIV. classe IX. p. 429. fra gl’italiani nella Marciana; ed è pure inun codice di Rime di diversi, cart. in 4- del secolo XVI, eh’era del Farsetti ; dal qual codice anzi si rileva che questo sonetto è indiritto a messer Vincenzo Quirini frate Camaldolese , Un epigramma di Trifone a guisa di