SANT5 ANGELO i36 eia : Leggendo di Catullo il Pervigìlio . Finisce: Ma qui ebbe fine il sogno e mi destai. (Sta a pag. a54 del suddetto Codice). Questa è un Epistola in versi uscita dall’ immaginazione del Soranzo, che volle con ciò dar un saggio di questo modo di scrivere . Egli finge che Creusa la addirizzasse ad Enea : vi è il motto uxor capta virum puerosque plo-ret. llorat. O. 2. lib. 3. 3. Le Tristezze di P. Ovidio Nasone trasportate al verso Italiano da Marco Aurelio So-ranzo p. v. 1788: fCod. cart. in 4 piccolo, nura. 280 classe IX ). Comincia: Piccolo libro senza me n andrai. Termina: E ti dà lode e non ti dà precetti. 4. Carmi scelti dai Fasti di P. Ovidio Nasone trasportati al verso italiano da Marco Aurelio Soranzo p. v. compito in agosto 1791. Comincia: Ecco che Giano ad annunciar ci viene. Termina : Quel che ad altri vietò far per altrui. (Sta nel suddetto codice num. 280 ). 5. Satire di D*c. Jun. Ginvenale trasportate al verso italiano, e di varie annotazioni illustrate da Marco Aurelio Soranzo p. v. 1792. (Codice num. 281. classe IX. cartafceo in 4- piccolo ). Premette un estratto dalla Biblioteca Fontanini colle note dello Zeno T. a. p. 104. aggiungendo il proprio parere sulla Traduzione di Giuvenale fatta dal Silvestri, cioè, che in qualche luogo lo spoglia del suo, e in altro lo riveste del proprio . Sonvi sparse delle erudite annotazioni. Comincia . Dovrò soltanto ascoltar muto setri-pre? Termina colla annotazione: Manlio per avere strappata una collana ad un Gallo suir Attiene fu soprannominato Torquato. 6. La Cagneide poema epico in quattro canti Opera postuma di Marco Aurelio Soranzo patricio veneto (così d’ altra mano nel codice num. 178. classe IX cartaceo in 4 piccolo^; ma il vero frontispicio scritto di mano dell’autore, come tutto il poema, è: La Cagnetta libri quattro del cittadino Marco Aurelio Soranzo. Liberius si quid dixero si forte jocosius hoc mifiijuris cum venia da bis. Ilorat. Sat. \. lib. 1. i5 ottobre 1797. Il poema è in ottava rima, e comincia: Quell’ io che osai ver la pendice ascrea . Termina : Aghiaccio ed ardo. Ahi che non ho più voce. E sul frontispicio e ad ogni canto vi è l’intaglio o il disegno di una cagnetta in diverso a'.teggiamento . Vedesi che questo codice era preparato per la stampa, perchè v! è unito un conto d’ avviso dello stampatore per fogli circa in Svo. e per cinquecento copie, lire 55a venete. Evvi anche preparata la prefazione, di altra mano, nella quale 1’ editor dice; L’autore abbastanza noto alla republica letteraria per le varie sue produzioni poetiche, compose questo poema negli ultimi tempi della sua vita ne'' quali fatalmente fu colto da cronica malattia, perciò non è stato in grado dì poterlo limare intieramente, ma ad imitazione di Virgilio raccomandò ad una sua cugina che fosse abbruciato, e questa sull’ esempio d’Augusto non ebbe cuore dì veder annichilate in un momento tante fatiche e gettati al vento tanti studi di un degno amico, e perciò ha cercato di farlo stampare eccitata anche da va-rii conoscenti di questo autore, cercando in questo modo dì rinnovare ed accrescere la memoria di questo uomo illustre. Se questo poema sarà compatito sarò assai contento di aver dato vita ad un’ opera eh’ era per perire, benché ripiena d’interessanti erudizioni sloriche e mitologiche, e se gli amatori del-t Apollìneo linguaggio lo gusteranno io ne sarò esultante e gratissimo. rj. Traduzione dell’ Epodo secondo di Orazio. Comincia: Felice l’aratori di propria mano. (Sta alla fine del suddetto codice num. 278.) 8. Rime di M. A. S. G. V. (Marco Aurelio Soranzo gentiluomo Veneziano). 1 ristia quo possum carmine fata levo . Ovìd. Trist., lib. 4- el. io. ( Codice cartaceo in 4- piccolo num. 279 classe IX). Comincia: Chi non sa quanto sia facil cammino . Contengonsi canzoni, stanze, sonetti, ed altre poesie di vario metro per lo più di argomento amoroso, dalle quali parecchie di assai buone po-trebbonsi cavare per la stampa. Uno de’ sonetti ultimi è scritto nel tempo della veneta democrazia 1797 sulle finali del famoso so-netto . Questi palagi e queste logge or colte. 9. Il canto di Museo sopra Erone e Leandro tradotto . ( Stà verso la fine del detto codice num. 279). Avvi una annotazione dello stesso autore che dice: fu stampato in Venezia nell’anno 17Ó7 dame tradotto, ed ora fu da me trascrìtto e quasi per l’intiero cangiato. Comincia: Erato canta il messaggero lume . Finisce: E al bene d’ogni età sempre contrario. 10. Il Dies irae tradotto in verso italiano mss-posseduto da Monsignor Moschini che ebbe-