5o4 SANT’ ELENA ro questa armonia di stato, uno fu la perdita della navigazione, V altro la sovverchia ambizione dei cittadini, di cui parleremo diffusamente. Il libro terzo ha un capitolo solo, ed è del consiglio di quaranta; comincia: Il consiglio di quaranta dicessimo altrove che ahbi avuto origine sotto il ducato di Orio Mastropiero: termina perchè allora si operava senza scrivere, dove ora tutta l’ operazione consiste nel maneggiare la penna. Ma questo libro non è compiuto, giacché si do-vea parlare anche del Consiglio diX., ed anzi ho veduto un esemplare, cbe dopo le parole maneggiare la penna, aveva un capo-vt/Vso che cominciava : Supposte queste notizie : e nuli’ altro. Però in questo stesso esemplare dopo varie pagine bianche si leggeva dello stesso carattere ( del secolo xviu ) : Narrazione succinta degli accidenti e motivi che causarono la regolazione del Consiglio di X. l'anno 1082 con le Parti et ordini stabiliti in essa ; era senza nome d’ autore ¡mia potrebbe credersi una continuazione del libro terzo dell'Opera del Muazzo. Il Consiglici- Giovanni Rossi liglio di Gherardo più volte da me rammentato come uomo assai versato nelle nostre storie, vide e consultò appo il patrizio Carlantonio Marin autore delia Storia del Commercio dei Veneziani, un esemplare della detta Opera del Muazzo, che era perfettissimo, compreso'in due volumi in 4- Il Foscarini aveva già detto (p. 55a. num. 318 ) , ch’egli non saprebbe additare alcun cittadino, dopo Marco Barbaro, che più abbia cultivata 1’ istoria interna della patria, e con maggior frutto. E il Rossi aggiun- ge, non esservi monumento più sincero e più chiaro per serbare memoria della Repubblica di Venezia, né essere a maravigliare se quest’Opera non fu mai stampata durante il cessato Governo veneziano, contenendo essa cose che dovevano per politica de’ governanti rimanere oscure ed ignote al popolo, e appunto nello svolgere queste tenebre 1’ autore si porto da vero erudito, recando di tutto documenti bellissimi che 1 ¡schiarano in punti di somma difficoltà la storia nazionale. Lo stile non e dispregevole, avuto riguardo al secolo cattivo, e vi sono sparse delle massime politiche, sane, senza ampollosità. Nella Marciana abbiamo: Discorso sopra le vicende della Repubblica di Venezia : comincia. Ogni Stato che per lungo tempo si sia mantenuto, finisce : posso dire sopra le peripezie del nostro Governo. Non v’ è nome di autore, ina ha molta analogia coll’ Opere precedenti del Muazzo. Sta unito a un esemplare imperfetto dell’ Opera Del Governo, ec., di cui abbiamo finora parlato, ma è di carattere più antico con alcune correzioni. Forse potrebbe essere fattura dello stesso Muazzo. ( Codice dui classe vii. ). 9 Parti antiche. Codice presso il patrizio Cappello, diviso in tre torneiti che contiene cen- - to e tre parti tratte dai pubblici libri, o da altri buoni fonti ( Foscarini p. 55a ). 10. Index legum cioè delle Parti et Ordini registrati 0 chiamati nei Zibaldoni di esso Muazzo: ed altro somigliante delle Leggi spettanti al Consiglio di (Quaranta, dall’anno 1202 al 1677. (Foscarini p. 33a ) (1). Un altro letterato di questa casa abbiamo in (1) Di un Giannantonio Muazzo di Candia anteriore a quello di cui qui si parla, e ch’io credo figliuolo di Pietro q. Antonio, nato in Candia 1583, trovo menzione in un codice mss. diviso iit due volumi in quarto piccolo, presso il dottor Pier Alessandro Paravia, intitolato: Memorie della Guerra di Candia. L’ autore è anonimo, ma era però di nascita Candiotto, e scrìveva del 1696 nell’ età sua d'anni 78 ; e le prime parole del codice sono : In questo libro nominato 1’ ozio saranno rappresentate alcune particolarità per le città del regno di Candia mia patria .... La città di Candia, mia patria, fu la Metropoli di quel regno .... Ora a p. 23. tergo del primo volume, parlando di quel Giannantonio Muazzo uomo violento, narra il tristo fine eh' ei fece, e dice, che essendo il Muazzo uscito di città con suoi bravi per andarsene in villa, s'abbattè in uno de' Cesarmi, uom di nascita civile e di grandi ricchezze, ma nimico suo;il quale avea con seco un solo contadino per nome Gianni, munito dì schioppo da rnicchia e da carica, giacché allora non si usavano acciaimi. Il Muazzo incontanente comandò a' suoi bravi di uccidere il Cesarini, il quale appena ebbe spazio di chiamar Gianni in suo ajuto, che i bravi furongli addosso e colmáronlo di tante ferite, che giudicaronlo morto. Gianni ch’era dietro a una serraglio, per suoi affari, udito il grido del padrone, scaricò quanto più velocemente potè un' ar-