SANT’ spettanti alla Chiesa. Eletto di nuovo nello stesso anno 1487 a capitan generale, ed essendovi rumore che Bajasette re de’ Turchi apprestasse una grande armata nel Mare Egeo, ebbe ordine nel susseguente 1488, trovandosi a Corfù, di andare di bel nuovo alla difesa dell’isola diCi- fro, a cui credevasi che Bajazette avesse rivolto animo. Il Priuli unitosi a Cosma. Pasqualigo, e a Nicolò Cappello giunse in Cipro, ma nulla operò, perchè avendo inteso il Turco la loro venuta, si ritirò nell’ Ellesponto. ( Sabellico dee. IV. 878. Bembo voi. ». p. 24-)• Nel partire dall’isola il Priuli levò donna Fiorina che fu moglie di Marco Cornaro, e madre della Regina di Cipro Cattarina, per condurla a Venezia. Poco lungi dall’ Isola s’ abbattè in mare in una barca francese sopra cui era Rizzo, o Riccio Marino Napoletano già gran Ciambellano del Re di Cipro defunto, che ammazzò Andrea Cornaro zio della Regina, e aveva segretamente trattato di torre il dominio del Regno a Catterina. Quindi il Priuli, spedito Nicolò Cappello a custodia dell’isola, mandò a Venezia in ferri Rizzo Marino; e venne a disarmare in Istria; ma dal Consiglio di X. ebbe commessione di ritornare nell’ Isola, e condurvi Giorgio Cornaro fratello della Regina ad essa destinato per indurla a venire a Venezia cedendo il Regno alla Signoria. Alla qual cosa benché di mal animo avendo acconsentito Cattarina ( come già in altra Inscrizione più a lungo ragioneremo) montò essa col Capitan generale in nave a’ 14 di maggio 1489, e in Venezia giunse a’ 6 di giugno di quest’anno ( vedi Navagero. Storia, voi. XXIII. Rer. Ital. p. H97. 98 99. Bembo. Storia. 1. c. ). Francesco Priuli da alcuni chiamato Giak-francesco fu figliuolo di Gianfrancesco q. il sul-lodato Francesco. Ebbe a moglie nel 15« 1 donna Lise Trevisan di Marino. Fu Capitanio di Vicenza eletto nel i522 alli 6 luglio; e giusta la Parte 20 luglio 1622 di far altri tre Procuratori di s. Marco per imprestito, fu scelto nel 25 detto il nostro Priuli procurator de Supra col-1’esborso di 10 mila ducati. 11 Sanuto segna 1’ elezione nel 27 luglio, domenica, e nel 28 la mattina si presentò in Collegio vestito di veludo alto e basso accompagnato dalli Procuratori e da assai parenti vestiti di seda. (voi. XXXIII. p. 545. ). Egli visse in questa dignità anni 20, e morendo fu sepolto nella Chiesa di s. Lorenzo ( Coronelli. Storia p. 76. 74* )• Nota il Cappellai che da’ Padri fu mandato a decidere le difficili controversie che vertivano colli Signori di Arquà. Tom. III. ELENA 4<>7 Merita però qui particolar menzione Francesco Priuli ambasciatore. Questi era figlio di Michele q. Francesco Priuli, e di Lucrezia Contarmi f. di Pietro; ed era della famiglia abitante a sant’ Eustachio. Nacque del a’ 4 di di- cembre, come dalle genealogie patrizie di M. Barbaro q. Marco. Fin da' primi suoi anni era-si dato agli esercizii della più soda pietà e religione, per modo che reputando i suoi eh’ egli dedicar si volesse al culto divino, gli procacciarono una delle più ricche prelature del Veneziano dominio. Ma egli quanto devoto verso Dio, altrettanto pio verso la patria volendo nel modo per lui possibile servirla, ricusò la prelatura, e datosi a’ Magistrati interni ed esterni, in ognuno corrispose pienamente alla propria intenzione e alle speranze della patria. Fra tutti questi incarichi tre furon gloriosi, cioè le tre ambascerie da lui sostenute ; la prima in Savoja l’anno 1600, la seconda in Ispagna nel i6o5 e la terza in Germania nel 1609. In Ispagna era andato privatamente fin dal i5gi con Francesco Vendramino ( poi patriarca di Venezia ) allora ambasciatore a quella Corte, e fermatosi quat-tr’ anni interi ad altro non attese che a procacciarsi la più squisita cogniaione delle usanze e degli ordini di essa, e non contento di ciò volle girare tutte le provincie della Spagna, apparando perfettamente anche la lingua Castigliana. Cosicché andato poi egli stesso ambasciatore colà nel 1600 poche cose nuove gli riuscirono. Infatti egli già conosciuto quivi per 1’addietro, e usando tutte le maniere di ottimo ambasciatore , si cattivò la benevolenza di tutta la nazione Spagnuola, e potè trarne partito a favor della repubblica nella spedizione di alcuni importantissimi affari, oltre di che potè fornirsi delle migliori istorie e costituzioni di que’ regni e di molti libri e scritture a penna toccanti all’ amministrazione di essi. Grandissime spese egli fece in coteste sue ambascerie, e piuttosto da principe, che da privato gentiluomo, e diceva egli stesso che stando a Venezia li bastava l'anno per le sue spese straordinarie di voglia piccola somma di ducati, ma che trovandosi fuori in carico pubblico non si poteva tenere di non ne spendere le decine delle migliora, non altro desiderio nutrendo che quello di ben servire al suo principe , mettendo in non cale perfino la propria sua sanità. Anzi nel tempo dell’ Interdetto essendo egli in Ispagna costretto a letto con febbre eagionata da’ travagli che per quella famosa controversia aveva patiti, e bisognandogli parlare al re, il quale cinque leghe