LA CELESTIA 457) Era nel 1712 e 1714 al Consiglio diXL. ¿ivi 1 Piovo, come notò il Cappellari. Allssandro, del quale non trovo cosa da no-re, oltre Nicolò summentovato, ebbe figliuolo anche Agostino dal quale nacquero tre celebri uomini di questa casa, cioè Girolamo, Alessandro.1 e Benedetto Marcelli. Di Girolamo poeta ho detto nelle epigrafi de'SS. Filippo e Giacomo (Voi. II. p. 8*) e di Benedetto musicante dirò altrove sulle trac-eie del bello elogio che ultimamente ne scrisse il mio distinto amico il Consigliere di Appello Francesco Caffi (Vita e comporre di Benedetto Marcello. Ven. Picotti 1800. 8.) Qui dicodi Alessandro il quale ebbe pur sepoltura in questa chiesa e in questa stessa tomba de’suoi maggiori. Alessandro Marcello nato nel >669 a!24 di Agosto ebbe a padre Agostino q. Alessandro, e a madre Paolina Cappello q. Girolamo q. Zuanne relitta di Francesco I?asadonna (Alberi Barbaro). Agostino il padre fu assai versato nello studio della lingua italiana e nella musica ; e di non comune coltura andò fornita anche Paolina Cappello, della quale e di altre donne illustri della patrizia famiglia Marcello, conservavansi opere manuscritte nella Libreria di S. ¡Viaria de’Servi anzi che s’incendiasse. Di ciò fa fede una lettera del padre Giuseppe Maria Bergantini a Giambattista Chiaramonti inserita nell’elogio del Bergantini da quello scritto (Nuova Raccolta d Opuscoli T. XXVII). Oltre i tre maschi suddetti vennero da questo matrimonio anche due femmine, l’una delle quali si fe monaca, l’altra restò al secolo, ambedue donne di lettere (Bergantini. Lettera citata). Alessandro ebbe la prima sua educazione comune co* fratelli, e fu nel collegio de'Somaschi a S. Antonio di Castello. Quivi pure trovavasi il celebre Apostolo Zeno del quale fin dal 1692 cominciò ad essere amico e continuò fino alla morte (Diario Forcelliniano mss. intorno Ap.Zeno.) Il padre che, come ho detto, amava e la poesia e la musica iniziò nell’una e nell’altra i suoi figliuoli. Quanto alla poesia egli stesso era loro maestro, e quanto alla musica provvideli di ottima guida che li addestrasse a suonare il violino. Alessandro riuscì in questo più felice-»mente del fratello Benedetto il quale nelle teoriche dell’arte superò di gran lunga Alessandro. Oltre il violino questi maneggiò varii altri strumenti (Zeno. Lettere. Voi. II. p. 42- num. 207.); ma di più spiegò ingegno grandissimo Tom. ili. 201 in altre facoltà non meno scientifiche che liberali. Imperciocché acquistò prima la cognizione di molte lingue, benché al dire di Apostolo Zeno non fosse professore di alcuna (Leti. num. 207. citata); poscia divenne istrutto nelle matematiche, le quali studiò in Padova sotto la disciplina del p. Evangelista .... eremitano lettore dell'Accademia Delia, e riuscì a perfezione nel lavoro di ¡strumenti meccanici e di globi (ivi). E di questo suo genio per le matematiche pare che si gloriasse, mentre annunciandosi negli Atti di Lipsia un suo nuovo modo di scrivere in cifra, amò di aggiungere al suo nome il titolo di Matesifilo. Coltivò inoltre A-lessandro il disegno e la pittura e la incisione. Aveva dipinto con particolare studio nel soffitto della chiesa di S. Maria Maddalena questa Santa portata in Cielo da’Cherubini, ed altre pitture a olio condusse per suo diporto. Fra queste dev’essere una Cleopatra che s'avvelena, in laude della quale il patrizio Gio. Battista Baseggio compose un sonetto (Ozii giovani- li del Marcello, p. 17) (Moschini Letter. Ven. Vol. III. p. 84). Giampaolo Gaspari nella sua biblioteca mss. degli Scrittori Veneziani attesta di possedere lavoro del Marcello una piccola stampa di otto oncie di altezza e sei di larghezza intagliata in rame, rappresentante Diana alla Caccia, e sotto vi si legge : Venatrix properat dum Casta Diana per urnbras, Bruta ferit sed eam non jaculatur Amor, e a basso vi sta: Alex. Marc. inv. pinx. del. et sculps. è disegnata, prosiegue il Gaspari, di bel carattere, e da essa si scorge ch’era stato scolaro del cavalier l iberi. Ne seppe tanto di musica che potè dare alle stampe XII cantate dedicandole alla principessa Borghesi, per le quali fu dagl’intendenti lodato (Zeno-Lettera citata num. 207.) Gregorio Orloff anzi scrive (Essai sur Ü Hist. de la Musique. T. II. Paris 1822 p. 288). Le premier dont le nom est Alessandro Marcello, bien que nè dans le rang des patriciens de Venise, briglia la gloire d’ être dans celui des artistes; il fut à la fois bon poète et parfait musicien, et se signala surtout dans ce dernier talent par des cantates célèbres, pour la noblesse, la grâce et le goût de la mélodie; et des solo pour le violon aû nombre de douze, comme était celui des cantates qui précédèrent ses brillantes symphonies. Del suo valore nella poesia latina e italiana variamente fu giudicato da’suoi contemporanei. Imperciocché se stiamo collo Zeno (Lettere num. 489 e pag. ìSg. num. vol. III. pag. 80. 511.) si impara 3o