SANT’ MSS. NEC NON OMNIBVS HEREDIB. V. P. ANNO A CHR1STO NATO MDCIII. Lapide presso la cappella di sant' Elena. Ab-biamla nel Palfero e nel mss. Rossi. Questo Mf.ichisedecii Longhina nativo di IWarosa presso il Lago di Como, fu padre di Baìdassare Longhena architetto, figli esercitava la professione di tagliapietra ; e negli atti del Capitolo di sari Giuliano si aveva che nell’anno i6o5 riscosse dei danari per alcuni lavori suoi di tagliapietra. Baldassare suo figliuolo nacque in Venezia, e si applicò allo studio dell’architettura, e fu suo mecenate il cav. Duodo, e maestro lo Scamozzi per quel che si crede. Dapprincipio abusando del suo ingegno diede delle fabbriche, le quali ridondano dei difetti dal secolo; ma dappoi è stato architetto d’ingegno e di valore, e venuto in grande estimazione, come ci manifestano le Opere grandiose che gli furono allogate. Del i65b. fu dato ajulante a Marco della Carità, proto ordinario della Procuratia de Supra : e due anni dopo il Longhena al detto Marco sue* cedette nell’officio. L’opera principale che con-dusse fu la chiesa di santa Maria della Salute* la quale dimostralo, al dire del segretario nob. Antonio Diedo, oltre che dotato di speciosi talenti, fornito altresì di sodi principi, degno di stare fra gli architetti più esperti, e fra i più. bravi stillici e 1 piU periti meccanici. Il Duomo di Chioggia fu architettato da lui ; e rimpetto al palazzo Foscarini alla Mira, sorgeva il palazzo Contarmi, detto delle quattro Torri, architettura del Longhena, ora adeguato al suolo, e che ci rammentava la pianta della chiesa della Salute. Nell’ isola di san Giorgio Maggiore fece e il deposito del doge Domenico Michiel nel i656, e la grandiosa Beala del monastero. Il Seminario, casa che fu dei Sorna-schi, venne innalzato con suo modello, che il Veneto Senato approvò nell’anno 1670. Opera da esso architettata è il palazzo Pesaro, in uno degli angoli del quale si legge 1’ anno mdClxxix scritto in un cartello che tiene in mano una figura di pietra. Altri lavori condusse, e fra questi la cappella YTendramin e Fallar maggiore in san Pietro di Castello, i prospetti delle chiese di santa Giustina e dell’ Ospedaletto, i palazzi Widman, da Lezze, fìezzonico, Zustinian Lol-lin e Battaggia; l’interno della chiesa dei Scalzi e il deposito del doge Pesaro ai Frari. Mori in vecchia età nel di 18 febbrajo del 1682, lasciando molto denaro, ereditato da un ELENA . . . figlio suo di nome Baldino, architetto di assai poco valore. Dicesi che Baldassare fosse di piccola statura, vestisse sempre di nero, e fosse poi dolcissimo delle maniere e civilissimo del costume; nulla prosuntuoso del suo sapere, e facilissimo ad appigliarsi all'altrui parere, ove questo miglior del proprio gli sembrasse. Di Baldassare ha fatta non troppo onorevole menzione il Temanza ( Vite ec. 1. )• Ma rivendicò l'onor suo 1’ ab. Moschini tanto nella Guida di Venezia 181e seguenti, ove 1’elenco bassi dell’Opere di questo architetto, quanto poi dettandone un bell’elogio che sta a pag. 9.5 e seg del volume III. dell’ Opera Le Belle Arti in Venezia. 1828. presso l' Orlandoli. 8., dal quale elogio io ho tratto 1' articolo testé scritto. Della casa Longhena bresciana fu Pietro Longhena valoroso soldato a’ nostri stipendi» al tempo della Lega di Catnbray, e che fu ucciso in Brescia da un suo figliuolo nel i555., del qual Pietro ha fatta menzione anche il cavaliere Gianfrancesco Gambara nelle Geste dei Bresciani durante la Lega di Catnbray ( Brescia 1820. 8. ) a p. 123 e 269, e del quale più cose trovansi ne’ Diarii del Sanuto. Fuvvi eziandio Giorgio Longhena ricordato dal cav. Gambara a p. 79 del detto Libro. Un letterato moderno F. Longhena pubblicò a Brescia nel 1818 un poemetto intitolato: La Tomba di Iacopo Ortis dedicato ad Aristide Testori. E questo medesimo (se non erro) è quegli che diede fuori il Libro : Storia della Vita e delle Opere di Raffaello Sanzio da Urbino del sig. Quatre-mere de Quincy, voltala in italiano, corretta, illustrata ed ampliata per cura di Francesco Longhena. Milano 1829. 8.vo grande. 20 PETRVS SVPERANTIVS VICTORII VIRI AMPLISSIMI VENETAEQ. CLASSIS. IMPERATORE FORTISSIMI FILIVS HOC AVITVM FAMI" LIAE SVAE SEPVLCHRVM RENOVATVRVS IBI ETIAM SERMI DNI IOANNIS PRO GENITORI S SVI VENETIARVM PRINCIPIS MEMO-RIAM RENOVAPiiiAM PER HONESTVM EXI-STIMAVIT.VTI CLARISS.GENTIS DE PATRIA EXCELLENTER MERITAE ATQ. PER ORBEM VNIVERSVM LAVDAT1SS1MAE LAPIDIBVS QVOQ. DECENTIBV'S GLORIA VENTVRIS SAECVLIS 1NN0TESCERET. Il Palfero ci conserva questo elogio alla casa patrizia Soranzo (latinamente syì crauti a ) an-