SS. FlLirrO E GIACOMO 83 lo che 1’ autore troppo forse modesto vorrebbe. Ma non tanto in questo genere di seria poesia egli si distinse, quanto per la somma facilità ch’ebbe nel comporre in istile berniesco, siccome affermano 1 e Novelle Letterarie del 174^ a pag. 88 : e in pruova di ciò indicano due grossi volumi manuscriiti di poesie del Marcello . Io non li ho veduti, nè so in quali mani oggi siensi. Trovo per altro nei mss. Mar-ciam data di essi più particolare notizia. Il titolo loro è: llinte Toscane, Veneziane e Miste di Girolamo Marcello p- v. divise in due libri. Contiene il primo una Selva Poetica, il secondo lo Specchio Morale. Al primo diede titolo di selva per la varietà delle composizioni e de’ metri si nella toscana che nella veneziana favella ; e al secondo di specchio morale riguardo la riforma degli umani scorretti costumi. Fra le molte composizioni di sonetti, di stanze ec. vi sono ancora: I. Trionfo della cattolica verità, ovvero il Cappuccino Scozzese opera dedicata al padre Antonio Francesco Corraro Cappuccino patriarca di Venezia; argomento trattato già da monsignor Giambattista Rinuc-cini arcivescovo e Principe di Fermo in prosa, da cui il Marcello compose il dramma. II. L’ inganno scoperto intreccio poetico Veneziano e Toscano, diviso in due parti. III. La Chietina sagace, intreccio poetico Veneziano. Da una lettera del p. Bergamini servita all’avv- Chia-ramonti riferita da questo nell’elogio di quel- lo (T. XXVII. N. R. Mandelliana ) si ricava che opere mss. del nostro Girolamo Marcello, e di Paolina sua madre conservavansi nella libreria di s. Maria de’Servi, delle quali il Bergamini pregiavasi altamente • Sono perite nell’ incendio di quella libreria già da me altre volte rammentato. L’ avvocato sig. Giovanni Perissinotti possessore di assai pre-eìosì manuscritti specialmente Veneziani ereditati dal fu ab. Canonici gesuita, mi fe vedere un codice cartaceo in 4- di carte 271 contenente poesie del nostro Marcello di vario genere, latine, italiane, e veneziane. li intitolato Componimenti poetici sopra diversi soggetti, e comincia: Avvertimenti ad un amigo nella sua prioria comparsa in piazza. Rime in lingua veneziana del N. II. c Girolamo Marcello 175/*\ Mori il Marcello nel 28 febbrajo 174* d’anni 69, e fu seppellito alla Celestia. Di lui han parlato co:i onore le Novelle letterarie suddette del 17 ^1 a P- 97> e del • 7"i-a nel luogo sopra ricordato, dicendolo emulatore della vir- tù e della dottrina del fratei suo Benedetto Marcello, del quale parimenti parleremo a tempo opportuno. 1 1 * M. CCC I... 1 Di: MAZO S ... | DE LA SCVO ... 1 FELIPO IN TKO----1 S. NICO- LKT----I Questa lapide che mezzo infranta e in carattere gotico vidi collocata a caso fra due delle colonne che sostengono gli archi del chiostro indica la scuola ofraglia dell’arte de’ Linaroli. Essa mi dà occasione di parlare anche dell’ altre Arti che avean tomba in questa Chiesa. La più antica però era quella de’ Linaroli sotto la invocazione de’Ss. Filippo e Giacomo, e vi esisteva anche nel 1472 epoca dell’unione di questa Abbazia aliai chiesa di s. Marco; anzi la presente inscrizione del secolo XIV indica un più rimoto principio. Eli’era divisa in due colonnelli, uno sotto la protezien de’Ss. Filippo e Giacomo, l'altro di sant'Apollonia. il primo aveva albergo presso il Ponte, e 1’ altro presso la chiesa, sopra il quale albergo esteriormente leggevasi la epigrafe che qui segno al numero i4- Queste due scuole con decreto del Consiglio de’ Dieci 1461. 24 settembre furono unite in una sola sotto la invocazione di ambi-due i titolari. 1 Linaroli, secondochè scrive il più volte ricordato Apollonio del Senno, i qua- li avean la privativa- dePa pettinatura e della vendita del lino pettinato, dovevano essere nazionali colla solita servitù e prova . Quest’ arte faceva anche esercitare la filatura e il lavoro del lino stesso, ed impiegava quindi moltissime persone indigenti della città e della campagna . Il lino pettinato non poteva essere introdotto in Venezia nè dall’estero nè dallo stato. Ascritti n’ etfan 169 all’ epoca della cessazion del governo repubblicano . Un‘altra era fraglia de’ Segadori. 11 rettore Alessandro Contarmi morto del 1610 ha concesso alla detta scuola un luogo per fare un’ arca pe’ confratelli, senza mercede, 1’ uso di un altare, e la facoltà di tener capitolo nella chiesa, obbligandosi però la scuola di far celebrare una messa bassa ogni prima domenica di mese ed una ogni mercoledì - Per tutto ciò doveva essa contribuire al rertore ducati sei all’anno per la festa di san Isidoro, due libbre di ce-