aa6 SANTA MARIA NUOVA CI MOSCA I IHC DEGENTIBVS 1 QVI ANNO REPARATAE SALVTIS I MDCLV. XI. CAL. AVGV-STl I IN LVCEM PRODIIT I IDVS VI. VERO FEBRVARII ANNO MDCCXXIil. I EX-TREMVM CLWSIT DIEM. | ENIXE DEVM EXORA | VT ÌAM | MORTALI SARC7NA DIS-SOLVTVS | IN'COELTS SIT CVM CHRISTO. M osct- Ivi di seguito. 17 MARIA ! DOMINICI MANFREDIVXOR 1 PRAE-COCI MORTE CORREPTA > REDEMPTOREM I OPERE PHRYGIO A SE TAM EGREGIE I)E-PICTVM 1 SVOQ. CORDE TAM AMANTER 1N-SCVLPTVM | IVDICEM I NON FORMIDATV-RA | HIC QVIESC1T 1 MDCCIV. Sul suolo vicina all’allre. Il mss. Gradeni-go e il Curti premettono le solite sigle D. O. M. Di Marh moglie di Domenico Manfredi (la quale come risulta dal Necrologio della par-rocchia mori de) 170^. a’24 febbrajo a N. D. nell’ età d’anni 36 circa) non trovo ricordanza se non in questa lapide la qiJale indicandoci on lavoro a ricamo rappresentante l’effigie del Re« dentore eseguito dalla Manfredi ci fa vedere eli’essa cultivava quest’ arte, perlochè è a credersi die altre opere di tal genere abbia fatte. Non so nemmeno se questo ricamo fosse su qualche altare in chiesa, o altrove. Di questo cognome Manfredi troviamo memorie in Venèzia fino dall’anno 1284 in un Benedetto Man• fredò prete di s. Paolo e notajo. Del i528 ai 15 giugno Bartolomeo q. Manfredo de Manfredi fu eletto piovano di s Basilio e mori del i534 a’3i di agosto'. E del l i49 a’ 29 novembre fu eletto piovano di quella stessa chiesa Francesco de Manfredi canonico patriarcale; e mori del 16177 a’ a di dicembre . Ma di questo cognome e forse della stessa casa si fu un chiaro letterato nostro veneziano di cui qui vo a tessere il seguente articolo. Fulgenzio Manfredi di patria veneziano nacque dopo la metà del secolo XVI. Ignora me sono i suoi genitori e parenti ; egli stesso però dice che aveva un fratello per nome Giamba-tista il quale del 1698 aveva anni 20. Fulgenzio vesti dapprima l’abito di s. Francesco fralli cappuccini; ma poscia passò fra i Minori Osservanti, sendo già sacerdote e dottore di sacra teologia. Fino dal 119.4 occupavasi egli nella sacra declamazione, avendo tenuto le prime sue prediche in Venezia nelle chiese de’SS. Ano-stoli, di s. Silvestro, di s. Geremia, di s. Aìar-tino, e nella sua di s. •Francesco della Vigna, e fuori eziandio di Venezia. 1 contemporanei gli danno l’aggiunto di eloquentissimo oratore. Ma dalle cose, che son per dire, apparisce che alquanto mordace ed imprudente fosse nel suo parlare specialmente contro la Romana Sede al tempo dell’interdetto, con troppo calore i diritti sostenendo della Repubblica, non guardandosi dal mordere anche i Padri Gesui-ti. Anzi abitando il Manfredi in quel tempo li conventi del Redentore e della Umiltà, e predicando in questa seconda chiesa uffìziata prima da’padri Gesuiti, parlava jnche dal pulpito contra di essi, che in allora erano stati esiliati da’Dominii Veneti. Le quali tutte cose procacciarongli poi quel misero, (ine che io vengo a descrivere sulla fede di una contemporanea Memoria manuscritta che cotiserva-vasi già nella Libreria di san Francesco Grande di Padova, e che a me viene somministrata da’ manuscritti Marciani. « Fra Fulgenzio di » Venezia parti per Roma al principio d’ago-si sto 1608 con patente di salvocondótto ara-» piissimo del nuncio apostolico con particolar » clausula che non si sarebbe fatto cosa alcuna » contro l’onor suo. Passò per le terre della « chiesa incontrato e favorito. Gionto in Roma » fu ricevuto dal papa con assegnationi di spe-u se pubbliche per se e per tre servidori.- ebbe « da S. S. favorite e lunghe udienze fino di n due ore ben grosse. Trattarono che -abiurassi Se e che facesse penitenza pubblica. Egli ne-« gò costantemente allegando il salvocondotto. » Finalmente perseverando nella negativa del » far penitenza pubblica, si contentò di far una « abjurazione secretissirna inanti un nodaro e k due testimoni con nuova dichiarazione delli » cardinali che s’intendesse senza nissun suo « disonore, senza niune suo pregiudizio. Passò « F. Fulgenzio parte bene, parte male sino ?i al febbrajo susseguente 1609. Procurò d’ arili dar a predicar la quaresima a Ferrara, ma » non volle il Papa, dubitando che andasse nei «confini per fuggire. Finalmente una sera n improvvisamente fu mandato dal Cardinal i> Pamfilio vicario Pontificio gli sbirri in Arali celi che lo presero, pretendendo ch’egli aves-« se fatto non so che di spettante al suo officio, 11 lo misero in carcere di Torre di Nonna, doli ve stanno gli rei di delitti comuni. Diedero 11 poi di mano sopirà le sue scritture, e scrutili nate, lo trasportarono alle prigioni dell’ In-