5.H sandro VI un? nel iad esso la Chiesa dei santi Vilo e Modesto di Spinea nel territorio Trivigiano ; e nel 1061 Pio IV vi uni le Chiese parrocchiali di s. Michele di Villaga c di santa Maria diOrgiano nel territorio Vicentino. Quanto alla fabbrica della Chiesa e del Monastero, oltre la prima che abbiamo indicata, può dirsi che un ristauro, od un aggrandimento ne sia avvenuto nel 121 1 — ìa in cui, regnante Pietro Ziani doge, fu da Aicardo veneto, canonico regolare, trasportato da Costantinopoli il corpo di sant’Elena (Inscr. prima) e posto in cotesto Monastero; e questo ristauro o aggrandimento può dirsi essere invece avvenuto nel 1233, epoca che abbiam segnata di sopra. Certo è però, che il Tempio nella forma tedesca assai larga ed ampia, che pur òggi vedesi in piedi ad altro uso ridotto, fu riedificato tra la fine del secolo XIV e il principio del XV, e a principal cura e spesa dei due sopraddetti benefattori Talenti e Borromeo, il qual ultimo vi aggiunse di nuovo una cappella a san-t’ Elena: e veggiamo che Martino V fin dal 1^20 concesse indulgenze a chi visitasse negli stabiliti tempi questa Chiesa, e porgesse elemosina per la conservazione della fabbrica, la quale continuava anche nel 1^36. Questo Tempio che venne consacrato nel 18 aprile 15 1 5 da Domenico Àleppo vescovo di Chissamo (Inscriz. 2{ ) u tenuto dai monaci Olivetani fino al 1806 in cui pel Decreto 28 luglio questi dovettero concentrarsi in quelli di san Benedetto di Padova. Dopo quest’ epoca iu dato calicem, unum Missale et unum paramentum prò dìcto altari = del ily\o Marco de Rafanelli lascia ai frati psalterium glosatum in duobus voluminibus et librum omeliarum sci Gregorii, et Zi-brutn soliloquiorutn beati /lugustini — del i/\36 Giacomo e Antonio Spiera da santi Apostoli donarono una pianeda de damaschiti verde con un frixo doro, un davanti e uno de driedo con sca helena e un san xpofalo de driedo — del 14^8 el nobel homo ms. Pieri Loredan procholator de san Marco si demanda a donar al monestier de sca helena uno libero grondo de sforo reai in lo qual e scrito la vita di santi e sie coperto de coro de vedelo bianco con la soa arma a mezo lo libero e aduselo so fio mis. Lorenzo e voi che in perpetuo el romngna al monestier ( zoe ly sermony de sam liom papa comenza la pma domenica delavento seguitano per ordine ec. (Vedi anche nell’Inscrizione decima in nota ) = del 144° Pietro Balbi patrizio q. Alvise lasciò per la labbrica della chiesa parecchi danari; e siccome si trovava obbligato di scioglier due voti di andar cioè a s. Iacopo di Galizia e al santo Sepolcro, così ordinava che fosse mandato uno de’ frati di sant Elena in sua vece, se però e3so Balbi non ci fosse andato in vita, e se non ne avesse ottenuta la dispensa dal papa cui aveva supplicato. Commissarii testamentarii furono Francesco e Bernardo Balbi suoi fratelli, e Maddaluzza sua donna = Del 1441 donna Isabetta madre di fra Tommaso da Venezia lasciò ducati 200 d’imprestiti per la fabbrica della chiesa; di una parte de quali si fe fare una tavola da aitar per la fonzion in mezo a san benedeto e sca lsabeta da un Indo e dalaltro san zuane batista e sca lena ; e uno pivial damaschin bianco con lo frixo. = Del 1449 avv* l('ga^° ^ ducati 5oo lasciato da quel Michele Zon di cui ho parlato fralle epigrafi della Certosa ( Voi. II. p. 89) = ed altri più vi sono, fra’ quali 1460 Nicolò Cappello; i45o Andrea e Lion fratelli q. Lion Sommariva, cittadini Veneziani; 1444 Marco Iustiniano di ms. Orsato; 1448 Zuane Loredan de g. Michiel; i4>3. Maistro Cristofolo da Porzie; 1477-Gutiscalco de Oilles da Cologna, mercadante in fontico. E senza data un Maistro Giacomo Cclega ingegnerò di la Signoria per se e per la sua donna; il qual Celega è quegli che eresse il campanile della nostra chiesa dei Frari l’anno i36i, come opportunemente vedremo in quelle Inscrizioni; \ ettor Cappello q. Zorzi; Pancrati Zustinian; Marcantonio Moresini amba-sciator a Napoli ec.