70 bere in dose sufficiente, per accompagnarmi e mostrarmi tutte le cose memorabili a Napoli e nei dintorni. « — Andiamo, disse, a Pompei e al Vesuvio, perchè chi sa quando avrà più nella vita l'occasione favorevole di vederli. « E senza molte parole, prendemmo posto nella carrozzella, coll’ordine : « per Pompei! » « Il « corricolo » è una vettura a quattro ruote e porta sopra degli archi aerei, come una culla, il fusto- di una calèche, in cui c’è posto per due « galantuomini », i quali in tal modo sopportano la maggior parte delle spese di trasporto. Sedutici, il vetturino, stando in piedi sull’ asse di dietro, e tenendo al disopra delle nostre teste le redini di un cavallo agghindato con molti campanelli e sonagli, come Febo nella sua eterea quadriga, dette il segnale della partenza schioccando per tre minuti di seguito la frusta, e terminando con un’esclamazione tonante: «per Pompei!». Poi, come un araldo, il corricolo volò sul basalto delle strade, fendendo un mare di lazzaroni e di altri che affluivano da ogni parte. <( Fino alla punta « della Maddalena » sull’acqua del Sebeto, la barriera della città di Napoli, sul sediolo, sul timone, sui predellini, ai lati, e poi anche sotto-, in una rete della vettura, una quindicina di individui presero il posto di passeggeri, pagando, secondo le categorie, da un « grano » fino a cinque a testa, perchè 17 individui entrano nella carriola o-, per meglio dire, accanto ad essa. « Era un pittoresco gruppo di passeggeri, degno del pennello di un maestro, tutti scalzi, compreso frate Girolamo, seduto in serpe, che, secondo le prescrizioni