76 egli si ricordò a Ginevra, donde in una lettera tornò « col pensiero alla traccia recente per raccogliere un mazzolino di ricordi dalla terra dalla classicità », descrivendoli come segue : (!) « Fui una volta al « Lago d'Agnano », vicino a Napoli, dove, trattenuto dalla bellezza del luogo più del necessario', non badai ai miasmi pestilenziali prodotti dalla canapa messa a macerare nel lago e mi presi una malattia molto pericolosa : una specie di tifo con delirio. Mia, grazie a Dio, in sette giorni guarii completamente. '< Le malattie non sono frequenti in questo clima, e il loro rimedio è la straordinaria traspirazione e anche l’abbondanza di acque minerali e calde, che si possono usare senza alcuna formalità e senza le spese altrove inevitabili. « Al ritorno dal Vesuvio passammo accanto al « Campo Santo , il cimitero napoletano', e cogliemmo' l’occasione per vederlo. « Mi rincrebbe di non essere morto, per esser seppellito in quel luogo di riposo1, il più bello sulla faccia della terra. •! Si sale la costa per un pendio dolce, lungo una strada larga e amena che fa 20 giri regolari in mezzo a due alte muraglie, tappezzate dall’alto al basso di una pianta rampicante, che appena si vede sotto i suoi fiori rosei. Ad ogni angolo c’è la così detta « stanza ». cioè una piazza semicircolare, un altare, e sulla parete di fondo un quadro « a fresco » della passione di Cristo. Proprio in cima uno spazio quadrato', lastricato di pietre tagliate (i) Cfr. I. C. DrSgusanu, o. c., pp. 171-2.