74 del cratere principale. Ogni venti secondi il vulcano erutta con gran violenza una nuvola di scorie leggere, accompagnata da uno spesso fumo e da vapori di zolfo asfissianti fino a un’altezza di trecento passi; poi questi proiettili ricadono con spaventoso fracasso in forma di racchette, dentro il vulcano, per esser poi lanciati fuori di nuovo; ma una gran parte restano in balia del vento che a quell’altezza soffia sempre di fianco, mentre il fumo coi vapori si trasforma in nubi che adombrano sempre la vetta del vulcano. « Dopo una prima contemplazione, facemmo innanzi tutto il giro del cratere esterno, in 40 minuti, camminando sulla lava pietrificata, simile a una pasta fermentata, rossiccia, rovesciata oltre gli orli della caldaia, e poi scendemmo neU’interno. « Sotto i nostri piedi il terreno, formato dalla stessa lava distesa, risonava come un vaso di terra, segno che solo uno strato leggero ci sosteneva sull’abisso vuoto nascosto nel seno del monte ; ma ogni tanto delle cloache di lava sciolta e ardente minacciavano' di inghiottirci e di divorarci se vi fossimo sdrucciolati dentro. « Ci avanzammo, per un luogo così pericoloso, con rara precauzione, fremendo, e non senza difficoltà, sino al monticello di scorie rigonfie, assiepate attorno al cratere aperto, al cui piede, in varie direzioni, sgorgava come fango la: lava incandescente, rossiccia, liquida. « Salimmo sul monticello dalla parte del vento, per non essere asfissiati dal puzzo dello zolfo e perchè non ci piovessero in testa le scorie infocate lanciate in alto e ricadenti. Dal margine deH’abisso, alla distanza di soli tre passi, potemmo per un istante gettar gli occhi nella