37 stupisce e confonde. Vi sono rappresentate particolarmente le due guerre contro i Daci, i nostri predecessori, le cui figure e i cui abiti sembrano quelli dei pastori transilvani dei giorni nostri. « Abbiamo salito 185 scalini intagliati nel marmo nell'interno della colonna, che formano una scala a spirale, scarsamente illuminata da finestrelle aperte qua e là, fino in cima. « Ci siamo trasportati, col pensiero, sulla cima del Bucegi, donde si spiegavano ai nostri occhi, come una visione, le province della nostra Dacia. — Vedi — disse C. C. — Roma, coi suoi sette colli, è l'immagine della nostra Dacia, con le sue sette province : la Transilvania, il M'aramures, la Moldavia, la Bessarabia, lTstria (sic), la Timisoara e la Crisana! —• Vedi questo deserto? Oh, come somiglia ai deserti delle nostre sventurate terre! « Pensavamo alla lebbra che ha colpito il popolo romano in Italia, e alla lebbra e alla tigna che sugge e spreme il sudore del popolo daco-romeno : la servitù, la corvée, il servizio ai boiari, la « robota », sempre la stessa piaga sotto quattro' nomi barbari, e poi l’estrema miseria e l’abbiezione in cui vegeta. « Oh decadenza! oh sventura! oh triste realtà! « Fin quando, o Signore, lascerai soffrire la schiatta romana, in Occidente e in Oriente? Fin quando prolunr gherai il termine dell’espiazione dei peccati antichi? Fino a quale discendenza punirai questo popolo? Tu hai detto, o Signore : « Punirò la colpa sino alla quarta generazione, ed estenderò la benedizione sino alla millesima ». Abbi pietà, o Padre celeste, perchè sono dicias-