45 « Il Martedì sera, ultimo giorno di Carnevale (Martedì Grasso) — perchè i cattolici non fanno digiuno il mar-tedi grasso, e quindi in realtà digiunano solo quaranta giorni in quaresima e non, come noi, quarantadue, facendo di magro la domenica precedente — il corso delle maschere si prolunga anche dopo che s’è fatta notte. Le maschere, appena si fa buio, accendono dei lumini di cera, chiamati « moccoletti » e improvvisano un’illuminazione magica per le strade. Alcuni attaccano una diecina di moccoletti al bastone, e lo portano così, come un caduceo di Mercurio; e tutti si sforzano di spegnersi a vicenda i lumicini gridando continuamente : « Senza moccoletti! Senza moccoletti! ». « All’una — cioè alle sette, all’europea, perchè qui vanno gli orologi babilonesi, di ventiquattro ore al giorno cominciando dal tramonto che è sempre alle ventiquattro — il letto e la cupola della basilica del Vaticano si illuminano come per incanto in cinque minuti : vi sono migliaia di uomini occupati a ciò, e la gente si gode lo spettacolo dal Pincio. Infine, dopo che l'illuminazione comincia a diminuire, dal mausoleo di Adriano, oggi Castel S. Angelo, prorompe un grandioso fuoco d'artificio : prima dei semplici razzi, poi colorati e finalmente, fra rombi e scoppi, il superbo « bouquet ». Questo si chiama la « girandola ». « Siamo poi andati al ballo, che dura fino a mezzanotte, quando, al suono di una campana, come diavoli scottati coll’acqua bollente, tutti scappano, e in un momento la sala resta deserta. « Oggi, al risveglio, c’è in Roma una calma di morte e i molti preti (dice il proverbio che qui i preti sono il