22 Dopo aver lavoiato per ben sette anni come praticante nell’ufficio militare di Orlat, dove aveva studiato, si decise, essendone malcortento, ad abbandonare la Transilvania, ciò che fecero moltissimi Romeni transil-vam specialmente dopo il 1830 (I), e a passare in Valacchia presso i fratelli. Ecco come ci descrisse nel 1835 la sua partenza e il doloroso distacco dai suoi, dal villaggio nativo e dalla sua provincia (2) : « Uscii nei campi, l’animo acceso dal pensiero' della partenza che da tempo meditavo'. Mi diressi verso l’Qlt, lo traversai con la barca in vicinanza del mulino del sindaco, m’incamminai sul pendio e giunsi a Lecuriciu, accanto alla grotta deH’eremita, dove, col fiato grossa, mi sedetti sulla grande pietra. « Dinanzi a me si stendeva il paese dell’Olt, come un superbo giardino, esteso, limitato dai Carpazi di FagaraS, dalla vetta dei Persani e dalla riva transilvana che formava la sponda destra dell’Qlt, dal Colle del Re fino a Talmaciu « O bella terra, dalla quale non ero mai uscito! O monti giganteschi, dalle falde verdi, ampie, frangiate di neri abeti, bianchi sulla vetta, disposti dal Creatore in file ordinate come una falange di armati! O limpidi fiumi e tu, principe delle acque transilvane, Glt! Forse vi vedo oggi per l’ultima volta! O incantevole panorama, quando ti rivedrò? (1) Cfr.N. Iorga, Istoria Rovinilo• din Ardeal fi fAngaria, Bue., ^S. PP. 97 sgg. (2) Cfr. ION CoiiRU DRàGU^ANU, o. c., pp. 1-4.