52 ponte (coperta) trovai che in tutto il giorno avevamo fatto solo tre leghe marine, come a dire « dalla casa al portico ». Ma cominciò a soffiare un vento di sera e scorremmo sulla superficie liquida con discreta sveltezza. Però i vomiti e il dolor di capo non cessarono fino al giorno dopo, e per questo tempo stetti a dieta di cibo e di bevanda, succhiando solo ogni tanto un po’ di sugo di limone. « Infine, mi abituai al dondolio della nave e all’odore dell’acqua salsa. Mi venne una fame da lupo e cominciai a mandar giù dei grossi bocconi senza masticare, finché il Signor Raffaele mi consigliò di moderarmi, per non fare un’indigestione. « tirano 48 ore da quando s’era partiti da Villafranca. Il 2 luglio, a sera, passammo fra le isole di Gor-gona e di Capraia e ci trovammo quasi al canale di Piombino, navigando verso l’isola d’Eiba, dove arrivammo tosto. « Si gettò l’àncora nel « Porto del Rio »; scesi nell’isola e mi sistemai nella migliore casa del luogo. Avevo il fez greco e i pantaloni con la fascia di velluto rosso, che era il mio costume da viaggio. I poveri abitanti mi facevano delle ovazioni, credendomi figlio di qualche Pascià di Stambul. « La casa ove andai ad abitare era proprio quella in cui aveva alloggiato Luigi Napoleone nel 1840, prima di sbarcare a Boulogne-sur-Mer, come mi disse piangendo il proprietario; perchè gli abitanti dell'Elba ricordano Napoleone il Grande, che fu relegato un tempo in quest’isola, e si interessano molto alla famiglia di Napoleone.