69 7. Come 34 anni prima, nel 1808, il moldavo Giorgio Asachi non solo aveva visitato Roma e Napoli, ma aveva anche visto Pompei e fatta l'ascensione del Vesuvio (I), così il Dràgusanu — che, per quanti» ne sappiamo, fu il secondo romeno che visitò quei luoghi — non tralasciò di vedere le reliquie avite di Pompei e di salire sul Vesuvio, « l’autore della tragedia pompeiana ». Ecco la sua descrizione, ricca, come sempre, di interessanti impressioni personali (2) : « Stavo un giorno, verso sera, nella piazza « Largo di castello », dove ero andato col signor Ronzoni a passare in rivista la folla popolare, sempre così fitta verso la fine del giorno, quand’ecco, davanti a nei, un « cor-ricolo » vuoto in cerca di passeggeri. « 11 signor Ronzoni è uno degli innumerevoli ciceroni locali che di solito sono occupati solo nell’inverno, quando i forestieri accorrono a Napoli, dove inverno non c’è. Da un pezzo era ridotto a succhiarsi le unghie, come l’orso, mancando d’ogni guadagno dopo che tutti i viaggiatori erano andati in cerca della zona temperata nella Svizzera e sulle rive del Reno in Germania. Facendo io, in tale epoca, le veci dei lord inglesi e dei principi russi, mi si offerse, purché gli dessi da mangiare e da (1) Cfr. Fragment din memoriile càlàtoriei unni Román din 1808, in Adaos literaru pcntru DI). Abonati la Monitorulu Oficialu a Mol-dovei. Aprili, lassi, Inst. Abb. Rom., 1861, pp. 13-28; Cl. Isofescu, Giorgio Asachi a Napoli cit., l. c., pp. 885-891. (2) Cfr. Ion Codru Dr?ìGu$anu, o. c., pp. 164-170. Come motto a questa lettera scritta nel settembre 1842 da Napoli leggiamo: « Il tempo passa e non ritorna a noi, E non vale il pentirsene di poi ».