« Alla flotta le isole e le coste meridionali coll’appoggio « fisso delle milizie territoriali e l’eventuale di una parte del-« l’esercito di prima linea; all’esercito i teatri di guerra nor-« dico e centrale coll’ appoggio fisso delle milizie territoriali « e l’eventuale della flotta. » Questo principio, che oggi parrebbe assai restrittivo fu giudicato allora non solo rivoluzionario ma quasi sacrilego, e coloro che comprendono la grande forza d’inerzia dei sistemi e delle tradizioni non si meraviglieranno dei risultati nei quali si concretò, dal 1870 al 1880, il nostro problema militare. Le condizioni finanziarie dell’ Italia, che non erano allora migliori di quanto lo siano oggi, non consentivano l’adozione del progetto della Commissione governativa che implicava una spesa di 162 milioni, onde la stessa Commissione formulava un progetto ridotto e la giunta parlamentare riduceva ancora il progetto già ridotto ad una spesa di 60 milioni. Dopo tre anni di studii, di progetti, di polemiche e di grandi discussioni parlamentari si riusciva quindi a nulla di concreto, onde appariva evidente che il nostro sistema difensivo non poteva, come Minerva, emergere integro ed armato dal cervello parlamentare, ma doveva svilupparsi a dosi omeopatiche. Ma poiché à quelque c/tose malhenr est bon il lento periodo di gestazione del nostro sistema di difesa escluse la possibilità che si commettessero quegli errori che in fatto di sistemi difensivi, come saggiamente affermava il Ricci, non si correggono per parecchie generazioni. Mentre Piacenza, Bologna, Stradella, Genova, l’Apennino, la costiera, Messina, Maddalena, Brindisi, rimanevano quello