per la Francia una obbiettività importante, ma non rappresenterà mai una obbiettività assoluta, ciò che costituisce una differenza enorme fra il problema navale francese e quello italiano. Se gli obbiettivi marittimi della Francia sono difficilmente classificabili e rendono complicata la soluzione del suo problema navale, quelli dell'Italia sono, come vedemmo, determinatissimi, poiché dove esiste una questione di esistenza, di così grande importanza come quella delle invasioni marittime, non ve ne debbono coesistere altre. Questa breve digressione tendeva a dimostrare che la questione delle navi deve essere una questione di obbiettivi, e che quando questa questione di obbiettività è subordinata a questioni tattiche o tecniche, anche se avvalorate dalla Storia, non si riesce che a complicare e falsificare il problema, rendendone errata ed indeterminata la soluzione, ciò che accadde, ed accadrà forse ancora, in Italia ed in Francia. Da codesti ed altri errori, di cui se Italia piange Francia non ride, rimase e rimarrà immune l'Inghilterra, ove le obbiettività marittime sono evidenti ed universalmente comprese, e rimarrà forse immune la Germania se persisterà la chiarezza di quell’ intuizione marittima di cui, Governo e Nazione, hanno già dato prova. Stabilito adunque che la chiarezza dell’obbiettivo è condizione indispensabile per la soluzione del problema navale e per la determinazione del compito della flotta ne deriva che l’entità ed i caratteri della armata italiana devono soddisfare anzitutto alla suprema necessità di impedire le invasioni e salvaguardare l’esistenza e l’integrità nazionale. Quale è la flotta che soddisfa a questo compito ?