— 47 — Per l’Italia la flotta deve essere anzitutto un fattore difensivo, e l’allontanare dai nostri mari quelle forze che sono indispensabili a tutelare l’integrità e l’esistenza nazionale può provocare disastri gravissimi, quando la situazione europea non sia tale da escludere in modo assoluto la guerra, e le solidarietà internazionali sufficienti a guarantire il dominio del mare contro il nemico probabile. Calcolare sulla situazione europea e sulle solidarietà internazionali, sempre instabili, è pessimo sistema, e perciò il problema militare deve essere risolto, almeno per quanto riguarda l’esistenza, con elementi nazionali. Il problema militare esige quindi che le forze navali indispensabili a salvaguardare l’integrità nazionale siano nazionali e prescrive altresì che queste forze non vengano distolte, per sistema, dal Mediterraneo; ma queste forze necessarie e sufficienti al conseguimento degli obbiettivi assoluti sono esse ancora sufficienti a conseguire le obbiettività relative? Fu stabilito nella classifica precedente, che le obbiettività relative più importanti per l’Italia erano il bombardamento delle città indifese e la distruzione costiera. Quali e quante forze occorrono per il conseguimento di queste obbiettività? È egli possibile affidare interamente alle solidarietà la tutela di questi obbiettivi ? La distruzione costiera ed il bombardamento, finché questo non sarà escluso da un Codice cavalleresco internazionale, costituiscono per l'Italia, più che per qualunque altra nazione europea, offese di importanza così capitale, da doverle considerare quasi risolutive del conflitto. È superfluo indicare, qui, ad una ad una le conseguenze