— 12 — Mentre adunque i criteri fondamentali del nostro problema difensivo implicavano uno sviluppo progressivo del-1' armata questo incremento veniva, verso il 1892, repentinamente sospeso, per cause finanziarie e politiche, mentre persisteva nella pubblica opinione il convincimento che gli impulsi dati alla flotta nel decennio precedente servissero a preservarne lungamente la potenza, relativamente alle armate straniere. Queste illusioni, nelle quali si cullava l’incoscienza nazionale, minacciavano di compromettere forse irrimediabilmente la costituzione e 1’ avvenire della Marina, onde fino dal 1894 si iniziò quel lavorio degli scrittori marittimi che si andò sempre più accentuando di mano in mano che il pericolo diveniva più incombente e più imperiosa l’urgenza di risoluti provvedimenti. Nel Paese, nella Stampa, nel Parlamento si ripercosse il grido di allarme degli scrittori marittimi e la Camera affermò più volte la necessità di maggiori stanziamenti per la flotta, ma la persistenza delle crisi economiche e finanziarie, e la malaugurata guerra eritrea, imponendo maggiori economie, rendevano impossibile soddisfare, in adeguata misura, ai bisogni della Marina, e diveniva evidente che persistendo più a lungo in questo sistema di esaurimento navale la potenza relativa della nostra flotta, rispetto a quelle straniere, sarebbe precipitata così in basso da escludere ogni speranza di efficace influenza politica e di un prossimo risorgimento navale. Mentre infatti tutte le potenze marittime accrescevano progressivamente gli armamenti navali, l’Italia sola fra tutte retrocedeva in modo spaventoso, cosicché mentre l’Inghil-