— 42 — Oltre la velocità occorrerebbe anche il numero, per esigenze del servizio di esplorazione, ed è anche necessaria una buona autonomia, in relazione col bacino delle operazioni, per rimanere lungamente in crociera, sfuggire al nemico, ri-dossarsi ecc. ed occorrerebbero anche altre qualità per persistere lungamente in questo metodo di difesa il quale se non implica la necessità, non esclude la possibilità e l’utilità del combattimento. A scanso di erronee interpretazioni che si vollero dare a questo metodo di difesa strategica ripeterò, poiché già lo scrissi nel 1881 (*) che dovremo sagrificare molte navi; che non si giunge a grande meta colle lesinature e le perplessità e che questa modalità della guerra è specialmente funzione della velocità, del numero, della capacità nautica, della autonomia, degli armamenti leggieri, delle armi subacque, compreso lo sprone, ecc... ma più di tutto dipende da una preparata e conveniente organizzazione strategica del teatro di operazione, della flotta e del corpo di stato maggiore navale. Noi siamo oggi molto lontani da questa preparazione difensiva, specialmente per quanto riguarda la flotta; ma ciò che importa qui stabilire è l’entità delle forze necessarie e sufficienti al compito difensivo. Il forzamento del blocco essendo la base di questo sistema di difesa, contro le invasioni marittime, è necessario stabilire quale deve essere il rapporto di potenzialità fra la flotta bloccante e quella bloccata. Avvertiamo anzitutto che il rimanere, per sistema, bloc- (*) Difesa Marittima, pag. 194.