— 136 — io.° Un ordinamento su 12 corpi di esercito è incompatibile col bilancio e colla solidità della compagine militare. Data questa situazione si affacciano imperiosi i seguenti quesiti : a) È egli possibile e prudente persistere nell’attuale disorganizzazione finanziaria militare? b) È egli saggio continuare a deprimere l’armata per mantenere all’esercito un ordinamento fittizio, che ne provoca l’inefficienza e lo sfacelo? c) È egli conveniente ritornare ad un organico di dieci corpi d’esercito, quando questo ordinamento dovesse risultare sempre in eccesso alla capacità del bilancio? d) È forse possibile adottare un organico di otto corpi di esercito che consentirebbe solidità militare e stabilità finanziaria? e) Sono possibili riforme organiche che risolvano tanto il problema finanziario quanto quello militare? II persistere nella situazione presente sarebbe una demenza se pure non un reato nazionale. Il ridurre l’esercito ad un ordinamento stabile di otto corpi d’armata, se soddisferebbe alle esigenze finanziarie, non soddisferebbe forse a quelle difensive nella ipotesi di un conflitto austro-italico, e perciò se può considerarsi una soluzione temporanea, consentita dalla presente situazione politica, non potrebbe considerarsi una soluzione permanente e definitiva. Il ritorno a dieci corpi di esercito sarebbe forse la soluzione più spicciativa, ma l’ordinamento militare rimarrebbe sempre in eccesso alla capacità finanziaria, e si dovrebbe ricorrere a provvedimenti riduttivi che comprometterebbero sempre la solidità militare.