— 130 — calcolando di potersi giovare, assai più facilmente dell’ Austria, di tutte le risorse e riserve nazionali. La soluzione si presenta quindi assai dispendiosa e difficile, e se la triplice alleanza esclude probabilità di prossimi conflitti, e ci consente il tempo di provvedere, non ci dispensa però dal considerare la difesa contro l'Austria una questione di esistenza nazionale. Tenendo conto di tutte le condizioni militari dell’offensiva austriaca contro l’Italia, così chiaramente esposte dal Perrucchetti (*), e considerando la situazione politica dell’ Austria, indipendentemente dalla triplice, si può concludere che dieci corpi di esercito, bene afforzati da una buona milizia mobile, sono sufficienti a salvaguardare la frontiera orientale, ritenendo che assai difficilmente l’Austria potrà disporre, per 1’ offensiva, di una forza superiore ai dodici corpi d’esercito. L’eventualità di un conflitto austro-italico diventa sempre meno probabile, data l’imperiosità colla quale si impone il problema europeo, onde, se l’Italia non viene meno al suo compito ed ai suoi doveri internazionali, può escludersi 1’ urgenza di adeguati provvedimenti, assumendo però sempre come determinante fondamentale difensivo il principio della equivalenza del nostro esercito ai due terzi di quello austro-ungarico, finche l’Italia non abbia raggiunto i suoi naturali confini. Il problema difensivo contro la Francia determina il limite minimo dell’Armata, quello difensivo contro l’Austria (*) G. Perrucchetti — Il Teatro digiierraitalo-austro-ungarico. id. — Il Tirolo. id. — Dal Friuli al Danubio.