— 5i — contro flotta, onde ne segue che per salvaguardare in modo relativo, poiché l’offesa transitoria rimane sempre possibile, la costiera e le città, occorre alla difesa una flotta capace d’impegnare con vantaggio la battaglia contro quella che il nemico può riunire nel teatro delle operazioni. Considerando che la battaglia perduta lascia aperto il campo a tutte le offese più minacciose che compromettono l’integrità e l’esistenza nazionale, sarebbe grave colpa impegnarla a cuore leggero per salvare l’onore delle armi o per cedere a clamori incoscienti, quando non si abbiano le maggiori probabilità di vittoria. Questo concetto fondamentale della nostra difesa, lo abbiamo ampiamente svolto analizzando i Determinanti della difesa costiera e riconcludiamo, colle stesse parole, che la difesa contro il bombardamento e la distruzione costiera è la sola modalità difensiva che ci possa costringere ad impegnare tutte le nostre forze in una sola massa contro quelle del nemico, poiché il problema non ammette altra soluzione che la battaglia navale per forzare il nemico a desistere dalla sua offensiva. Le difese fisse, siano fortificazioni siano sbarramenti, la difesa mobile con flottiglie torpediniere od altre simili, possono concorrere a rendere meno grave l’offesa eventuale e transitoria, ma non risolvono nè tecnicamente nè economicamente il problema costiero, la cui soluzione efficace dipende dalla potenzialità della flotta. Quale è la potenza necessaria e sufficiente al conseguimento della vittoria? Il Clausewitz ammette che si possa sperare nella vittoria anche quando non si dispone che di una forza eguale