_ 65 - vacciano volontieri sotto le grandi ali della Provvidenza o dell' equilibrio europeo per trovare un compromesso fra la loro coscienza ed i legacci della borsa, ma perchè queste illusioni di pace possano divenire speranze, debbono raccogliersi attorno al labaro su cui sta scritto da secoli Si vis pacem para bellum. Se la sapienza di Roma antica fosse scritta sul vessillo di Roma moderna, l’Italia da trent’ anni non raccoglierebbe umiliazioni e soprusi, ma sarebbe come la voleva il Gran Re, rispettata e temuta. Questa meta, segnata dal padre della Patria, l’Italia può conseguirla senza grandi sagrificii, poiché essa ha, più di molte altre nazioni, la possibilità di salvaguardare dasè stessa, senza straniere tutorietà, la sua esistenza, quando il suo potere navale fosse in grado di impedire le invasioni marittime come l’esercito può impedire le invasioni continentali. Finché questo primo grado del potere marittimo non sarà raggiunto, la politica dell’ Italia non potrà essere nè seria nè forte, poiché le altre nazioni sanno benissimo che non siamo in grado di tutelare colla forza il nostro diritto nazionale. Nè giova il credere che le alleanze, le solidarietà possano risolvere in modo definitivo il nostro problema nazionale. Le solidarietà possono consentire una soluzione temporanea, transitoria, e noi vedemmo l’alleanza austro-germanica frenare le cupidità moscovite quando Guglielmo I rivelò allo Czar il patto difensivo dei due imperi, e noi vediamo che da un ventennio (*) la triplice alleanza ha potuto contenere le am- (*) L’alleanza austro-germanica fu conchiusa nel 1879 e la triplice nel 1882.