MINISTRO DEGLI INTERNI per un’aberrata visione degl’interessi nazionali o per acquiescenze ben lontane da ogni romanità, ed infine per i calcoli criminosi di alcuni affamati di terra altrui, probabilmente fomentatori delle deviazioni della moralità internazionale. E un giorno, nel salone dell’albergo, Zogu mi fissò serio e calmo, ebbe uno dei suoi lampi di acciaio negli occhi e mi disse risolutamente, con convinzione, ma col tono di chi si propone un viaggio di studi: — Senza molto e molto sangue, noi non la seppelliremo la nostra aquila!... Ammirai vivamente la fede del giovane, ma non ne ritrassi qualche convinzione confortante, perché non ritenevo che fosse facile la salvezza di un piccolo popolo discorde ed immiserito, minato da mille pericoli, rimasto in balia di chi disponeva di maggiore aggressività. Sono lieto di poter constatare che non avevo fatto assegnamento su alcuni elementi imprevisti, che sarebbe il caso di definire con parole altrui « Uomini di affari della Divina Provvidenza ». Di uno di questi Uomini non previdi il sublime genio. Zogu ritornò in patria. Aveva fatto questo giro: Burgajet-Durazzo-Vienna-Roma-Burgajet. Era ritornato con un ricco bagaglio di espe- 59