IL RE DEGLI ALBANESI Rivolto al Sottoprefetto gli dice: « Avete due ore di tempo per sbrigare ed accontentare questa donna! E ricordatevene: il pubblico non dev’essere lasciato ad attendere le buone grazie vostre e dei vostri segretari! ». La donna passa da una meraviglia all’altra e domanda al sergente: « Chi è lui ? ». « Ahmet Zogu ! » risponde il sergente sorridendo. «Ah!» esclama la donna. «Adesso capisco! Che Dio lo protegga! ». Lo stesso giorno tutte le Prefetture sono fulminate da una severissima circolare che ordina, ancora una volta, e più severamente, umanità e lavoro indefesso. Più che le dissertazioni tratte dalla filosofia della storia valgono gli aneddoti a darci l’indice di ciò ch’era l’Albania quando Zogu s’impose l’apostolato di disciplinarla e di elevarla. Un giorno, quale Direttore dell’Ufficio Stampa, faccio il mio solito rapporto quotidiano, quando mi fa cenno di fermarmi, e chiama al telefono un Prefetto che quasi quasi veniva messo alla gogna da un giornale dei cosiddetti democratici. Gli dice a conclusione di una solenne ramanzina: « Sentite, leggete questo giornale e poi man- 148