IL RE DEGLI ALBANESI In seguito, durante la nostra lunga ed affettuosa collaborazione, per quanto Egli fosse più giovane di me, spesso e calorosamente mi diede il consiglio di ispirare la mia attività alla eliminazione del veleno delle discordie religiose — diffuse ad arte dai nemici dell’Albania — e di consolidare il sentimento di nazionalità all’infuori di ogni credenza, dovendo la religione essere patrimonio personale e familiare e non elemento politico. Ma chiudiamo questa parentesi. Sono avvenimenti noti la Conferenza di Londra del 1913; l’appoggio partigiano ed ingiusto che Russia e Francia davano contro l’Albania agli Stati balcanici, divenuti baldanzosi al punto da infischiarsi delle deliberazioni di Londra; la condotta non molto chiara dell’Inghilterra; la linea diritta e fiera dell’impero austro-ungarico, che, appoggiato dall’Italia e dalla Germania, aveva avocato a sé il diritto di tener alto il decoro delle Grandi Potenze, per quanto il fine recondito di alcuni personaggi viennesi potesse non essere precisamente tanto disinteressato. È noto inoltre che la piccola e mutilata Albania non fu lasciata in pace per diversi anni; era attaccata continuamente e messa a ferro e fuoco spietatamente con e senza pretesti. Non ricordo ciò per rinfocolare rancori o per 38