IL RE DEGLI ALBANESI Toci. Te lo dico da oggi: da questo tipo verrà fuori un grande uomo oppure un pericoloso avventuriero ». E io stesso mi feci identica opinione del raccomandato e avrei voluto che egli tornasse alla vanga e all’aratro: chi sa, forse, la vita libera dei campi l’avrebbe salvato! Ma il mio Presidente aveva allora nel suo programma produrre uomini colti all’Albania semianalfabeta. In omaggio a tale programma, peccava anche di generosità. E infatti, perfino quando gli fu comunicato lealmente da un suo avversario politico — un Reggente della Corona d’Albania — che il futuro attentatore gli si era offerto per ucciderlo, Egli ne aveva riso e a me, raccontandomi la cosa, aveva raccomandato di fare ancora un tentativo e di non abbandonarlo. Ma non voglio tacere un altro motivo che non mi rese possibile impedire l’attentato e salvare il giovane: la democrazia aveva avvelenato l’anima della Nazione: molti e molti erano convinti della propaganda mendace e sleale di filibustieri della politica che la sparizione di A. Zogu era la salvezza dell’Albania, che una nuova èra sarebbe sorta dal di lui annichilimento. E l’anima della Nazione era stata avvelenata al punto che non tutti i Ministri erano fedeli al loro Presidente, che Prefetti, Sottoprefetti, funzionari ed ufficiali, fa- 90